Manutenzione delle spiagge. La burocrazia gallipolina non consente ciò che a Riccione si può fare
"Con un provvedimento emesso circa tre giorni fa il Comune di Gallipoli -scrive Mauro Della Valle,vice presidente nazionale di FederBalneari Italia e Presidente di Assobalneari Salento-
ha impedito le operazioni di movimentazione della sabbia necessarie a preservare e difendere l’arenile dalle mareggiate invernali. In particolare, da diversi anni a questa parte, i concessionari balneari di Gallipoli, previa acquisizione di tutte le autorizzazioni necessarie, erano soliti movimentare pochi quantitativi di sabbia verso l’interno del lido, creando delle piccole dune artificiali con la duplice finalità di proteggere l’arenile ed impedire la dispersione in mare della sabbia a seguito delle mareggiate invernali.
Si tratta di una operazione SEMPLICE MA EFFICACE che viene svolta sistematicamente da diversi anni, senza che abbia mai incontrato alcuna resistenza da parte delle precedenti amministrazioni comunali; inoltre si tratta di una operazione che ha avuto indubbi risultati positivi, poiché le spiagge di Gallipoli sono state adeguatamente protette tanto da essere interessate da fenomeni erosivi di gran lunga inferiori rispetto ad altre località salentine.
In sede di concertazione nella redazione della Ordinanza Balneare in vigore, di comune accordo con la Regione Puglia e le associazioni ambientaliste, è stata inserita una specifica norma nella materia, di cui sicuramente l’Amministrazione Comunale di Gallipoli ignora il contenuto.Invero, l’art. 4, capo C comma 2, della Ordinanza Balneare 2012 prevede espressamente che le operazioni di preparazione, sistemazione e pulizia delle spiagge devono essere eseguite con idonee attrezzature trainate da mezzi meccanici gommati o in questi ultimi integrate.
Il comma 3 della medesima disposizione stabilisce che l’inizio delle operazioni predette deve essere comunicato al Comune ed all’autorità Marittima locale, non rendendo pertanto necessaria alcuna forma autorizzativa in tal senso.
Il comma 3 della medesima disposizione stabilisce che l’inizio delle operazioni predette deve essere comunicato al Comune ed all’autorità Marittima locale, non rendendo pertanto necessaria alcuna forma autorizzativa in tal senso.
L’art. 4, capo C comma 4, dell’Ordinanza Balneare 2012 stabilisce che solo nel periodo compreso tra il 15 giugno ed il 15 ottobre di ogni anno le operazioni di sistemazione e pulizia della spiaggia non dovranno interessate profondità superiori a 15 cm, al fine di salvaguardare la nidificazione delle tartarughe Caretta Caretta, prevedendo la possibilità di interventi a profondità superiori per il restante periodo dell’anno.
Si tratta di una norma equilibrata nel suo contenuto poiché si pone in termini di tutela sia delle (sacrosante) necessità ambientali, sia delle necessità degli imprenditori balneari, ugualmente meritevoli di tutela.
Nonostante quanto innanzi detto, il Comune di Gallipoli ha stoppato le operazioni di sistemazione della spiaggia dalle mareggiate invernali, ritenendo che detti interventi necessitino di apposita autorizzazione (nonostante l’Ordinanza Balneare parli di comunicazione), con tutte le lungaggini burocratiche a ciò connesse che di fatto impediscono la possibilità di effettuare le operazioni di difesa della costa in tempi utili allo scopo.
Restiamo sbalorditi da simile determinazione che rappresenta l’ennesimo attacco frontale alla categoria, oltre che l’ennesimo atto di incompetenza gestionale della cosa pubblica. A ciò si aggiunga che la limitata movimentazione della sabbia è stata espressamente autorizzata dalla Provincia di Lecce che ha emanato valutazione di incidenza ambientale positiva dopo un accurato iter procedimentale e gli atti di assenso di Uffici competenti anche in materia ambientale.Infatti, l’autorizzata movimentazione della sabbia con mezzi gommati si è resa e si rende necessaria per al fine di riparare la costa durante la stagione invernale dai fenomeni di erosione in atto, la stessa Provincia ha affermato che tale movimentazione non produce alcun danno all’ambiente, anzi tutela e preserva lo stesso.
Pertanto, la decisione adottata dal Comune di Gallipoli, oltre a porsi in contrasto con quanto già asserito dall’Amministrazione Provinciale (che, ricordiamo, è l’unico ente competente in materia di rilascio delle Valutazioni di Incidenza ambientale) snobba l’autorevolezza delle decisioni adottate dall’Amministrazione Provinciale che di fatto viene svuotata delle proprie competenze e smentita nella correttezza delle proprie determinazioni.
La decisione adottata dal Comune di Gallipoli determinerà l’impossibilità di difesa e manutenzione della costa gallipolina, con conseguente cancellazione di interi tratti di spiaggia a seguito dei fenomeni di erosione. Tutto ciò sta causando e causerà ingenti danni di cui l’Associazione da me rappresentata che si riserva ogni azione risarcitoria.
La decisione adottata dal Comune di Gallipoli determinerà l’impossibilità di difesa e manutenzione della costa gallipolina, con conseguente cancellazione di interi tratti di spiaggia a seguito dei fenomeni di erosione. Tutto ciò sta causando e causerà ingenti danni di cui l’Associazione da me rappresentata che si riserva ogni azione risarcitoria.
"Assistiamo all’ennesimo schiaffo alla impresa balneare e turistica
salentina, che rappresenta una delle poche realtà economiche in attivo del nostro territorio -conclude il vice presidente nazionale di FederBalneari- E’ sintomatico evidenziare come, mentre il Comune di Gallipoli vieta piccole operazioni di movimentazione della sabbia necessarie a tutelare la costa e permettere la fruizione della stessa da parte dei turisti nella prossima stagione balneare, sulla costa Romagnola, a Riccione, non solo tali operazioni rappresentano normali interventi di manutenzione ordinaria, ma vengono svolti lavori di ripascimento e protezione dell’arenile con la
movimentazione di migliaia di metri cubi di sabbia. E’ difficile competere, in termini di turismo, con simili realtà politico-amministrative che sono all’avanguardia rispetto alle nostre elefantiache amministrazioni. Abbiamo già dato mandato al nostro ufficio legale per impugnare la determina del Comune di Gallipoli e questa volta intendiamo agire in Giudizio anche per ottenere un
congruo risarcimento di tutti i danni che simile modo di gestire la cosa pubblica sta generando ed ha generato negli imprenditori balneari".
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Sabato, 29 Dicembre, 2012 - 23:59