L’uomo che “uccise” Aldo Moro dice la sua verità su Andreotti

Il dottor Pieczenik non è molto noto al grande pubblico ma è , invece , ben conosciuto nell’ambito degli “addetti ai lavori” del caso Moro. Fu inviato a Roma da Jimmy  Carter subito dopo il rapimento e divenne un  interlocutore privilegiato di Cossiga all’interno del “Comitato di Crisi” che egli istituì a seguito dei tragici fatti. Naturalmente di lui si seppe solo molto tempo dopo.
In un libro di alcuni anni fa si “vantò” di essere stato l’artefice del fallimento di ogni trattativa in favore della liberazione dell’ ostaggio: “Abbiamo ucciso Aldo Moro. Dopo 30 anni un protagonista esce dall’ ombra”. Più recentemente , nel 2014, Il procuratore generale di Roma Luigi Ciampoli, ha chiesto alla procura della Repubblica di procedere formalmente a suo carico in quanto vi sarebbero "gravi indizi circa un suo concorso nell'omicidio" del presidente della Democrazia cristiana.
Vi presentiamo quindi la traduzione di un articolo di Steve Pieczenik, molto significativo sotto vari profili,  comparso sul suo blog l'8 maggio 2013, pochi giorni dopo la morte di Giulio Andreotti. L'articolo si aggiunge alle dichiarazioni dello psichiatra americano sulla sua attività durante il sequestro Moro. Non possiamo non notare un certo narcisismo nel proclamarsi la mente dietro la mancata trattativa Stato - Brigate Rosse; un certo narcisismo che lo porta a quadruplicare il numero degli ostaggi, da lui fatti liberare, durante il negoziato per l'assedio di Hanafi.
L'articolo rivela  interessanti aspetti della biografia e della personalità del dott. Pieczenik. Scopriamo che è cresciuto in una famiglia di religione ebraica, "all'ombra dell'olocausto", durante gli anni del terrorismo algerino in Francia. Che partì  per l'Italia ottenendo piena autonomia decisionale; anche se poi gli venne il sospetto che i suoi superiori volessero, in buona sostanza,  sfruttare il suo passato di perseguitato dal terrorismo islamico, per spingerlo a “punire Moro”, colpevole della pace segreta con i palestinesi; un raro caso di manipolatore psicologico a sua volta manipolato.
Del resto si auto-definisce, attribuendo la frase a Cossiga per “modestia”, più machiavellico di Machiavelli.

Buona lettura:   (   http://www.sedicidimarzo.org/2017/05/steve-pieczenik-in-difesa-di-un.html#more   )

 

Martedì, 9 Maggio, 2017 - 00:04