Lontani dai fatti non raggiungeremo mai la verità

Gentile signora Coluccia, continuerò a darle del Lei, visto che se anche scrive di conoscermi, io faccio fatica ad assegnarle una fisionomia a me familiare. Il ritratto che ho ricavato di attenta e scrupolosa ricercatrice emerge dal suo racconto e dalla bibliografia segnalata in cui sono presenti dei testi più antichi accessibili solo a docenti universitari e alla ristretta cerchia di ricercatori a loro correlati. Ragion per cui ho colto i suoi anni di intenso studio e confronto con opere oggi difficilmente reperibili, se non in determinati contesti.
Concordo con Lei sul rispetto del messaggio degli affreschi di Santa Caterina d'Alessandria e non la tedio più di tanto sui nomi che da circa cinque anni stanno conducendo ricerche storico-artistiche sulla figura di Raimondo del Balzo (prozio di Raimondello) e i suoi rapporti con il napoletano e la Terra d'Otranto, ma non essendo il suo campo finirei per annoiare lei e i lettori.
Resta la bellezza di un racconto che non può pretendere di essere "quell'assoluta verità" a cui si aspira, che non possediamo e mai possiederemo, perchè troppo distanti nel tempo da fatti accaduti quasi seicento anni fa. Ci sarà una ricostruzione verosimile degli eventi e dei protagonisti sopravvissuti all'incedere della storia che è fatta di uomini e donne, di guerre e di ricostruzioni.
Resterà la bellezza di quelle pitture che parlavano, con l'umiltà dello spirito francescano, a coloro che non sapevano né leggere né scrivere, e apprendevano la Parola, la nuova parola attraverso quelle immagini senza l'uso di intermediari. Solo committenti dotati di grandi virtù intellettuali potevano condurre a termine tale lavoro con tanta maestrìa.
Mi giunge un parallelismo tutto contemporaneo nel libro di Umberto Eco, Il nome della rosa, che affronta in maniera sublime le diverse branche di epoca medievale (dalla filosofia, all'arte,  all'astronomia) lasciando al lettore la possibilità di "sfogliare" i diversi livelli di conoscenza medievale con la passione di un libro giallo.
Qualità di pochi, ma non di tutti, saper parlare ad orecchi differenti e far apprezzare a tutti.
Un problema che riscontriamo troppo spesso in tanti docenti autoreferenziali e circoli letterari simili a delle lobby, in cui ultimo è l'ascoltatore meno colto , ma sensibile, che sta finendo per allontanare la gente comune dalla bellezza dell'arte e della storia che pure ci appartengono.
Le auguro un buon lavoro allora.
Chi sa che le nostre strade non si incrocino nei  mesi a venire.
Venerdì, 11 Gennaio, 2013 - 00:05