Lo starnuto

La sala era gremita e quando presi la parola c’era un silenzio di tomba. Dovevo solo, facendo finta di non leggere gli appunti, parlare per una diecina di minuti, anche meno, dire delle cose che conoscevo benissimo ma che se fossi stato tradito dall’emozione, avrei letto e basta. 
Quella volta non fu l’emozione a tradirmi, sentii che mi partiva dal profondo uno “starnuto” che cercavo di bloccare per non turbare la mia breve ma intensa relazione. Lottai con me stesso qualche secondo per fermarlo ma forse per questo quando partì lo fece con una esplosione fragorosa.
Con la testa andai a sbattere sul microfono che stava davanti, i fogli degli appunti finirono sparsi sul tavolo e sul pavimento, il bicchiere di carta pieno d’acqua si rovesciò schizzando quasi tutte le persone sedute in prima fila che per l’occasione avevano indossato il loro abito migliore.
Scompigliai il “riporto” accuratamente confezionato ad un anziano interessato al tema del dibattito, scritto a parlare subito dopo di me.
Sentii partire nella sala una fragorosa risata, poi un applauso di incoraggiamento e tanti gridarono “salute!!!” ed io “grazie, grazie !!!” mentre cercavo in giro un fazzolettino di carta per asciugarmi gli schizzi di saliva sulle labbra.
Che strano, non ero raffreddato, né mi stavo raffreddando, stavo bene, era uno starnuto di quelli così, che arrivano senza motivo all’improvviso e che io inutilmente avevo cercato di trattenere.
Quando ripresi a parlare, non fu più la stessa cosa, ero terrorizzato dal pensiero che mi venisse un altro starnuto e poi ogni tanto c’era sempre qualcuno che ripensando, scoppiava a ridere rompendo il silenzio nella sala.
Tornai a casa con un chiodo fisso in testa : “..ma come si forma uno starnuto!!!” Dopo una breve ricerca, capii che lo starnuto: “ è un atto indotto dall’attivazione  di un riflesso (...)”.
O forse avrei soltanto dovuto chiudere la finestra.

Domenica, 3 Aprile, 2016 - 00:06