“Lo scemo del villaggio”
Simone Mele presenta “Lo scemo del villaggio”, un lavoro che diverte spassionatamente ma fa anche e soprattutto, riflettere, domenica 27 dicembre alle ore 19 presso I Vitelloni Bistrot in piazza Alighieri, 79 a Galatina in un #apericenaletterariomusicale a cura della Libreria Fiordilibro e de I Vitelloni Bistrot. Sarà presente insieme all’autore, Maria Teresa Merico, già docente di lingua e letteratura italiana. Seguirà Joao Capoca dj set.
“Lo scemo del villaggio” è una raccola di battute, giochi di parole e calembour che arriva dopo le oltre 4000 copie vendute con l'autoprodotto "L'ozio è il padre dei vizi, lo zio è il padre dei cugini" e dopo il crescente entusiasmo suscitato sul web con i suoi video che richiamano l'attenzione sulle nevrosi dell'idioma e del pensiero (https://www.youtube.com/watch?v=PY3NP2-Ah5w). Lì dove il lettore voglia cogliere quel mettere in evidenza le idiosincrasie del linguaggio e del pensiero non avrà che da scegliere tra le centinaia di contorsioni lessicali che svelano una lingua ed un pensiero comune sempre più impoveriti dalla mancanza di attenzione che nell’uso impera.
Il linguaggio è già povero, io lo vedo e soprattutto lo sento ogni giorno nelle nostre strade mendicare un aggettivo, un sostantivo, un arcaismo elegante... Nessuno più risponde a tono, e tono è molto triste, nessuno risponde per le rime, e tanto meno io che non voglio assumermi la responsabilità di nessuno. Sarà colpa della scuola, del corpo insegnanti, del corpo docenti? Io non sono e mai sarò per la mortificazione del corpo. Spiega così Simone Mele, contorsionista lessicale e sotto-scritto-re, il suo punto di vista sull'impoverimento del linguaggio, perché è negli anfratti della lingua che si colloca la sua attenzione. Nello scovare versioni inedite del pensiero comune, nell'inventare giochi di pensiero e di parole che mettono in serio dubbio lo stato delle cose.
Simone Mele
Nato nel 1971, dopo tumultuosi anni da liceale e svariati colpi accademici a vuoto si tuffa da autodidatta in studi matti e disperatissimi non disdegnando la strada come palestra di vita. Civetta con la filosofia orientale accarezzando l'idea di diventare monaco zen e ritirarsi di buon grado. Coltiva da sempre il calembour e l'ironia come arma di difesa nei comfronti delgli stereotipi e dei luoghi comuni.
Dall'amore per il lessico nasce la sua prima opera "L'ozio è il padre dei vizi, lo zio è il padre dei cugini” Caso editoriale locale.
Dal successo del libro inizia un avventura nel mondo della comicità. Sketch e cabaret diventano dei contenitori nei quali il Mele ha la possibità di raccontare le sue storie che diventano un format dal titolo paradigmatico LO SCEMO DEL VILLAGGIO anche titolo della sua seconda fatica.
Tweet |