L'estatico canto del coro diocesano al Carmine
“Non un canto estetico ma un canto estatico. L’ho detto al coro prima di cominciare questo ‘InCanto di Pace’ ed ora mi fa piacere condividere con tutti voi questo pensiero”. Don Biagio Mandorino ha appena finito di dirigere, nell’ultimo sabato dell’anno, non un semplice “concerto natalizio ma una contemplazione musicale” nella Chiesa del Carmine gremita. Ringrazia tutti i suoi coristi ed orchestrali (“provengono da tanti paesi della diocesi di Otranto e tutte le settimane si impegnano a provare in Cattedrale”). Non dimentica l’Amministrazione comunale il cui “apporto ha reso possibile questa serata” e si dirige verso monsignor Enzo Pisanello, vescovo di Oria, “che ci ha onorato della sua presenza sebbene lo abbia avvertito con un sms solo ieri sera”.
“Sarà il profumo di questa splendida chiesa” –sottolinea don Biagio- alludendo al fatto che don Enzo lo aveva preceduto proprio come rettore dell’arciconfraternita della Madonna del Carmelo.
“Il bello e il bene, quando vengono fatti, si riverberano nel tempo –si rivolge al coro il vescovo galatinese, visibilmente emozionato come gli capita sempre quando incontra i suoi concittadini- ad Oria ancora si ricorda la magnifica esecuzione dei canti liturgici fatta da voi durante la mia ordinazione episcopale”.
“Paradiso, preferisco il Paradiso”. Le musiche di Marco Frisina risuonano un’ultima volta in forma di saluto e di augurio mentre il Bambino sorride ai presenti dal settecentesco presepe lapideo di Paolo Manieri.
Tweet |