L'educata e tranquilla movida galatinese
Ho ancora nelle orecchie, discorsi un po’ rubati, un po’ raccontati. Qualcuno è stato fregato, qualche altro è scappato, a qualche altro è arrivato un conto salato, qualche altro è rimasto intrappolato. Parlano di appartamenti trasformati in accampamenti. Qualcuno non riesce più a dormire per i rumori. Solo conferme, la musica sempre quella, quella degli altri anni, un po’ peggiorata.
Basta guardarsi intorno, le spiagge utilizzate a bivaccare, se mai ti dovesse capitare di percorrere di sera le strade dalla parti della BAIA VERDE, le parti della MOVIDA, addio. Meglio avvertire del ritardo o rinviare. Chi ha la sfortuna poi di alzarsi presto la mattina e farsi un giro in spiaggia, ha modo di vedere quanti dormono ancora sulla sabbia, con accanto gli inseparabili trofei della notte: vodka, rhum, birra e fiaschi di vino. Non hanno ancora smaltito l’ebbrezza che quel fiume di alcol e di intrugli vari 'regala'.
Qualcuno cerca di difendere tutto lo schifo e tutta l’illegalità con argomenti che evidenziano tutto il disprezzo per ciò che non comprende mojito, rhum e sballo, rievocando altri posti famosi senza peraltro che gli stessi avessero qualcosa in comune né come luoghi, né come localizzazione degli impianti di divertimento, contribuendo allegramente al sottosviluppo del turismo lungo tutta la nostra costa. Un turismo senza regole, un turismo fai da te, un turismo che toglie senza dare, in un contesto “fuori controllo”.
D’altronde, chi potrebbe intervenire di notte lungo il litorale della BAIA VERDE? Come arrivarci? Una specie d’invasione dei barbari, un disordine generale, un impazzimento che travolge tutti in una sorta di zona franca dove l’unica cosa che si percepisce è l’assenza dello Stato.
Rientrando al mio paese ho tirato un sospiro di sollievo per com’è. Mi è parso ancora più bello, con quel suo movimento lento, la sua movida moderata, educata. Che rispetta gli altri, chi vuol dormire, chi vuol stare tranquillo. Ho apprezzato la qualità degli eventi programmati, ho apprezzato quel turismo che scatta foto a stradine e Chiese. Se ancora avrò voglia di cercare una penna, tra qualche tempo vi racconterò il triste finale delle prossime estati sulla nostra costa, se invece non ne avrò, lo vedrete da soli. Ci Resta l’obbligo di raccontare ai nostri figli com’erano le coste, com’era la vita, com’era quel nostro immenso patrimonio che comunemente chiamiamo “mare” sino a qualche anno fa, sperando almeno di non sentirci dire: troppo triste, meglio ora.
A quasi una settimana dalla chiusura di questa lettera e a pochi giorni dalla fine della stagione, apprendodel super-vertice in Prefettura e dei provvedimenti adottati. Qualcuno dirà “meglio tardi che mai” qualche altro solamente “troppo tardi”.
Caro Piero, aspettati le reazioni di tutti coloro che abitano intorno a Piazza San Pietro a Galatina. Penso che abbiano qualcosa da ridire sulla movida galatinese. Cari saluti. (d.v.)
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