A Lecce la residenza terapeutico-riabilitativa per i disturbi del comportamento alimentare
Lecce avrà la sua Residenza terapeutico-riabilitativa per i disturbi del comportamento alimentare. E sarà anche la prima pubblica in tutta la Puglia. «La struttura è già pronta e sarà attivata a breve, appena definiti gli ultimi passaggi tecnici», annuncia il direttore generale della Asl Lecce, Silvana Melli, a margine dell’inaugurazione del Festival “Pe(n)sa differente. Festeggia il tuo peso naturale!”, la manifestazione internazionale di sensibilizzazione, informazione e formazione su anoressia, bulimia, obesità, che unisce momenti di riflessione e ricerca con laboratori esperienziali e spazi di puro spettacolo e creatività: poesia, teatro e moda.
La residenza extra-ospedaliera è il tassello mancante, atteso da tempo, per rendere pienamente operativo il Centro per la Cura e la Ricerca sui Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) della ASL Lecce, diretto dalla psichiatra Caterina Renna. Per sbloccare la situazione serviva un quadro normativo ben definito, arrivato con il Regolamento 8 della Regione Puglia, approvato il 23 marzo 2017. Il provvedimento ha previsto l’apertura di tutti i livelli assistenziali per i soggetti affetti da queste patologie: ambulatori di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera scelta; Ambulatorio Specialistico; Ambulatorio Intensivo, Day Service e Day Hospital; Residenza terapeutico-riabilitativa extra-ospedaliera; ricovero in reparto ospedaliero ordinario per emergenze/urgenze (internistico, pediatrico, psichiatrico, chirurgico). In particolare, nella Regione Puglia non erano stati mai attivati i servizi del IV livello assistenziale, ovvero le Residenze terapeutico-riabilitative: un vuoto normativo a causa del quale molti pazienti sono tuttora costretti a recarsi fuori Regione, dove possono ricevere assistenza in Centri specializzati per lo più convenzionati.
La ASL Lecce ha colto la palla al balzo con la delibera n. 1154 del 17 maggio scorso, atto formale con cui il Direttore Generale ha riempito quel “vuoto” e posto le basi per attivare una Residenza terapeutico-riabilitativa a gestione pubblica, avendo una sede pronta e già ristrutturata (con finanziamento ministeriale dedicato): un intero padiglione dell’ex Ospedale Psichiatrico Interprovinciale Salentino (OPIS). «Una decisione importante – spiega il dg Melli – perché questa residenza potrebbe essere la prima pubblica della Regione Puglia, centro di riferimento della macro-area regionale Ionico-Salentina comprendente Lecce, Taranto e Brindisi, ma anche perché con essa portiamo a compimento un percorso avviato nel 1998 con l’apertura del Centro per la Cura e la Ricerca sui DCA, che sarà quindi dotato dei tre livelli assistenziali: ambulatoriale, day hospital e residenziale/semi-residenziale».
Il Centro della ASL di Lecce, del resto, rappresenta un’esperienza già collaudata. E’ stato, infatti, la prima struttura pubblica territoriale italiana a offrire una risposta in termini di prevenzione, diagnosi e cura integrata e multidisciplinare dei disturbi del comportamento alimentare e oggi costituisce un punto di riferimento per tantissimi pazienti del territorio pugliese e di altre regioni. Anche perché è l’unico Centro territoriale della Regione Puglia a erogare interventi sia in regime ambulatoriale sia in regime di day hospital.
Il protocollo operativo prevede interventi classici, quali la riabilitazione nutrizionale, la psicoterapia individuale, familiare e di gruppo, la terapia farmacologica e psicofarmacologica, gruppi di discussione sul diario alimentare, programmazione del tempo libero, espressione delle emozioni, autostima, ma anche laboratori di espressione corporea, di arti visive, di scrittura creativa e drammaturgia. Un variegato ventaglio di risposte per contrastare patologie psichiatriche che, non di rado, rimangono confinate nel chiuso dell’ambiente familiare. E che, tuttavia, si stanno diffondendo con notevole rapidità in fasce sempre più ampie di popolazione, determinando un impatto economico consistente sul Servizio Sanitario Nazionale. In Italia i disturbi del comportamento alimentare affliggono all’incirca 3.000.000 di persone, 10-15% della popolazione in particolare di età compresa tra gli 11 e i 25 anni: la seconda causa di morte, tra gli adolescenti di sesso femminile, dopo gli incidenti stradali.
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