"Le sentinelle degli oceani"
Cinquanta ragazzi delle classi terze sezioni A e B del Liceo Scientifico ordinario per il percorso di Alternanza Scuola-Lavoro “Guardiani della Costa” promosso da Costa Crociere Foundation e Scuola di Robotica, mirato alla salvaguardia del litorale italiano, hanno preso parte, ieri, ad un incontro di formazione presso l’auditorium del Liceo che ha visto protagonisti Chiara Romano, biologa marina e tutor delle classi a partire dall’inizio del progetto insieme alle docenti Stefania Tundo e Antonella Bertini, lo studente universitario dell’Università della Calabria Pietro Giovannelli, il Neolaureato in Informatica Gianni Giglio e il docente universitario di Zoologia marina Emilio Sperone, che con le sue attività di ricerca vanta un curriculum scientifico a livello mondiale.
Quattro esponenti del Centro Studi Squali di Grosseto accomunati dalla profonda passione per gli animali, in particolare per gli squali.
Il dottore Emilio Sperone, ricercatore e docente di Zoologia Marina dell’Università della Calabria – racconta – ha intrapreso un dottorato di ricerca successivamente alla sua laurea, finalizzato all’approfondimento del comportamento degli squali. E’ a questo proposito che hanno avuto inizio le sue spedizioni in Sud Africa e la sua conseguente formazione nel campo degli squali, animali dei quali il ricercatore ribadisce l’affascinante pericolo e che hanno portato nel corso del tempo ad ottenere risultati di notevole spessore. Tra questi le sue prime pubblicazioni scientifiche, interventi in trasmissioni televisive come “Avventura” e “Geo&Geo”, menzioni in testate giornalistiche come “La Repubblica”, collaborazioni con diversi esperti nel settore tra cui il consulente scientifico del celebre film “Lo squalo” dell’altrettanto celebre regista Steven Spielberg, fino ad essere recentemente contattato dall’Australia meridionale per entrare a far parte dei 40 scienziati dell’equipe mondiale per definire una “task force”, ovvero le linee guida per la salvaguardia degli squali in estinzione.
Parallelamente alla propria esperienza nel campo, Emilio Sperone fornisce agli studenti numerose nozioni che riguardano questi affascinanti animali: le diverse specie e le rispettive abitudini alimentari, come quelle dello squalo balena sulle quali il dottore ha condotto degli studi in Madagascar, ma anche informazioni che riguardano gli italiani ben più da vicino: la presenza di squali nel Mediterraneo. Esistono infatti 22 specie di squalo pelagico, esemplari di squalo martello, squalo volpe e squalo toro, la presenza dei quali riveste un ruolo di rilievo all’interno della ricerca. “Sono le sentinelle degli oceani” dice ancora Sperone riferendosi agli amati squali e intendendo la loro importantissima funzione di bioindicatori. E’ infatti grazie ad alcune ricerche effettuate analizzando nei dipartimenti di parassitologia dell’Università della Calabria lo stomaco di uno squalo volpe, che è stato rinvenuto il becco di un calamaro gigante, la cui presenza nel Mediterraneo era stata fino a quel momento ignota.
A questo proposito – approfondisce lo zoologo –è grazie agli squali, i quali si trovano al vertice della catena alimentare, che importanti fattori come la percentuale di inquinamento di un’area marina possono essere determinati: nell’Oceano Pacifico è stata infatti rilevata un’ingente presenza di DDT, sostanza teratogena e cancerogena e in parte responsabile dell’estinzione degli squali. Una volta introdotta nell’organismo essa provoca la sterilizzazione degli esemplari maschi, da cui ne deriva una parziale scomparsa all’interno della specie, che conseguentemente limita la riproduzione.
Nell’intervento successivo di Pietro Giovannelli, viene raccontata la sua esperienza sicuramente più vicina a quella degli studenti del Liceo Vallone, il suo percorso universitario di Scienze Naturali non ancora terminato e i motivi che lo hanno spinto ad intraprendere questa strada; sullo sfondo di una galleria di immagini riferite ai suoi studi condotti sulla vegetazione tipica Mediterranea e sulla sua prima spedizione in Sud Africa.
E’ proprio nel momento in cui si parla di fotografie di squali che entra in gioco l’informatico Gianni Giglio: è in occasione della sua tesi di laurea che si unisce al team del Centro Studi Squali. Ma in che modo si relaziona una figura prettamente tecnologica ad un settore al 100% biologico? Il giovane laureato ha elaborato una sorta di algoritmo in grado di identificare le pinne dorsali degli squali, simili alle impronte digitali umane, all’interno di un software di riconoscimento automatico, con il fine di dar vita ad una database di immagini da distribuire a livello mondiale mirato ad agevolare le attività di ricerca e di classificazione per famiglia e specie.
L’incontro tenutosi in mattinata e durato per circa due ore, termina con i saluti degli ospiti appositamente arrivati al Liceo “A. Vallone” per dare un importante contributo al percorso degli studenti delle due classi, ai quali viene augurato di poter intraprendere nel proprio futuro percorsi di studi e lavorativi che li possano coinvolgere concretamente seguendo quelli che sono i loro sogni e interessi più veri: la passione e l’impegno i motori che conducono al raggiungimento dei propri obiettivi.
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