Le liste d'attesa nella Asl di Lecce
Tre giorni per un’audiometria, tre per un’ecografia cardiaca, sette per una mammografia, due per il fondo oculare e solo tre giorni per la visita dermatologica, fisiatrica o ginecologica, mentre ne servono nove per quella oncologica. Sono alcuni dei migliori tempi d’attesa per la prima disponibilità registrati nel monitoraggio effettuato dalla ASL di Lecce nel mese di gennaio 2017, a fronte dei 15, 30 e 60 giorni - a seconda della prestazione richiesta - previsti come tetti massimi dal Ministero della Salute.
Su 29 tipologie di prestazioni diagnostiche tenute sotto controllo e “testate” il mese scorso, in 21 casi è stato possibile ottenere il primo appuntamento utile al di sotto del limite, stabilito generalmente in 60 giorni. Succede per l’ecocolordoppler di tronchi e vasi periferici (46 giorni), per l’ecografia dell’addome (16gg) e del capo e collo (25), così come per elettrocardiogramma (10), ecografia ginecologica (10), oppure per risonanza magnetica al cervello senza mezzo di contrasto (11), rmn alla colonna vertebrale (10), rmn prostata e vescica (14). Buoni risultati sono stati raggiunti anche nel settore Tac: addome completo (14) e con mezzo di contrasto (21), addome inferiore e superiore (14), bacino e capo (14, con contrasto 21), torace (7). Più lunga l’attesa per la Tac rachide e speco vertebrale, senza e con mezzo di contrasto, che arriva a 58 giorni ma senza superare la linea rossa dei 60.
Anche rispetto al parametro più stringente della priorità, i tempi d’attesa rilevati (comprendenti anche il privato convenzionato) sono in gran parte in linea con i limiti previsti dal Piano Nazionale di Governo della Liste d’Attesa 2010-2012. Il parametro di controllo, va ricordato, è legato alla classe di priorità, che fa riferimento ad un sistema di prenotazione che differenzia l’accesso alle prenotazioni in rapporto alle condizioni di salute dell’utente e quindi alla gravità del quadro clinico. Si va dalla classe U (urgente, nel più breve tempo possibile o, se differibile, entro 72 ore), alla B entro 10 giorni, poi D entro 30 giorni (visite), entro 60 giorni (prestazioni strumentali) e infine P, il codice assegnato alle prestazioni programmabili.
Restano diversi coni d’ombra da “illuminare”, in particolare per la colonscopia (270 giorni contro i 60 previsti), elettrocardiogramma da sforzo (130), elettromiografia (171) e per alcune tipologie di risonanza magnetica con mezzo di contrasto (cervello e colonna 302, pelvi 162). Tempi più lunghi anche per la visita endocrinologica, l’unica - tra le 14 monitorate - con prima data disponibile fuori dai tempi massimi previsti (234 giorni contro 30), ma comunque entro i limiti rigidi delle urgenze: da un minimo di 2 giorni a un massimo di 28. Tempi rapidi e sempre nel rispetto pieno dei parametri di prima visita e d’urgenza per tutte le altre visite: cardiologica (15 giorni), chirurgia vascolare (8), gastroenterologica (7), neurologica (28), oculistica (26), ortopedica (7), otorinolaringoatrica (22), pneumologica (3) e urologica (30). Ovviamente se l’utente vuole fare la visita o l’esame in una determinata sede, oppure con un certo medico, l’attesa è destinata ad allungarsi: ma è una sua esclusiva e consapevole scelta, non un deficit del sistema sanitario.
Sui fronti “caldi” la ASL di Lecce sta però facendo le sue mosse, conscia della delicatezza del tema dell’abbattimento delle liste d’attesa e forte dei risultati incoraggianti che stanno arrivando. Nell’ultimo anno e mezzo, infatti, l’azienda sanitaria ha condotto un monitoraggio costante di tempi e criticità presenti nella gestione di una mole notevole di visite specialistiche e prestazioni strumentali: quasi 1 milione e 100mila quelle erogate nel 2015 e registrate dal Sistema Cup aziendale, tra impegnative prenotate, disdette e operazioni di cassa.
In questo scenario complesso, i 333 eventi-sentinella segnalati dal Tribunale dei Diritti del Malato, pur non essendo un dato statistico significativo, rappresentano la spia di una situazione locale – ma anche nazionale – e possono costituire uno stimolo utile, la “voce” degli utenti, di cui l’ASL tiene conto e considerazione nella sua azione di miglioramento del servizio.
L’azienda sanitaria, del resto, ha puntato molto su gruppi di lavoro specifici, in grado di analizzare e affrontare i fattori che influenzano l’allungamento o, al contrario, l’accorciamento dei tempi d’attesa. Il caso positivo della senologia, con il coinvolgimento anche delle associazioni del terzo settore, ha fatto scuola e costituisce un modello che si sta replicando su altri versanti critici. Anche adottando correttivi mirati, come ad esempio il nuovo punto informativo senologico ospitato nella Cittadella della Salute, nel quale si può prenotare e disdettare le visite sia telefonicamente sia di persona.
La chiusura del cerchio arriverà quindi con gli interventi di razionalizzazione del lavoro dei medici, con un controllo incrociato su visite istituzionali e attività libero-professionale, il raddoppio dei turni di visita e diagnostica ambulatoriale, la nuova strumentazione, il potenziamento dei day-service territoriali e, naturalmente, con le assunzioni di personale in programma già quest’anno. Un lavoro lungo e costante che, come dimostrano i dati, ha sostanzialmente riallineato la ASL Lecce con i tempi e le modalità richieste dalla Sanità nazionale e regionale, oltre che consentire di centrare l’obiettivo più importante: garantire ai cittadini salentini la migliore offerta di Salute possibile.
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