Le avventure di un galatinese-romano alla ricerca di un bagno a Porto Miggiano. E alla fine perse la pazienza

Caro Dino, come (quasi) tutti gli anni sono tornato alla base in Salento per una breve vacanza. Quest'anno avevo con me un' amica a cui ho fatto da guida. E sono stato contento ed orgoglioso che, per tutta la settimana, mi abbia manifestato entusiastico apprezzamento oltre che per la bellezza delle coste e del mare (era scontato in fondo) anche per la suggestione dei centri storici dei paesi all'interno, per la bontà dei cibi e per la cordialità e cortesia della nostra gente. Proprio l'ultimo giorno, purtroppo, si è verificato un episodio sgradevole che vengo a raccontarti.
Era quindi il 24 agosto ed eravamo usciti in mare con un pedalò preso a Porto Miggiano trattenendoci oltre quattro ore girando per le varie calette. Essendosi fatto il mare un po' grosso rientriamo precipitosamente, avendo entrambi, ahimè, bisogno di un bagno. A tal punto scopriamo che, a differenza di Castro ad esempio, non esistevano bagni pubblici nelle vicinanze, nè i due gestori che affittavano barche e pedalò (uno dei due era "onda blu" ) ne possedevano uno (almeno così ci hanno detto; il personale che ci lavora dalla mattina alla sera si porterà un catetere evidentemente). Entrambi ci hanno indirizzato di sopra ad un chiosco bar a fianco della torre... entrambi accennando con aria ammiccante all'eventualità che tale bagno potesse anche essere guasto.
Infatti, recatici sul posto, intorno alle tre del pomeriggio, vediamo un cartello affisso sulla porta del bagno, vergato a mano, che diceva testualmente:"PER COLPA DI QUALCUNO IL BAGNO NON LO USA PIU' NESSUNO". In altri termini, l'unico bagno di un'utenza enorme (basta vedere lo sterminato parco macchine in sosta) chiuso per una sorta di ritorsione verso qualcuno!!! (vedi foto).
Provo a far finta di nulla, chiedo di mangiare "...prego si accomodi..." e di andare in bagno e a questo punto mi viene detto che si era spezzata la chiave nella serratura e che, quindi, non si poteva accedere al bagno a meno di sfondare la porta e che erano in attesa del fabbro.
Alla mia osservazione che allora anche il bar doveva essere chiuso la ragazza al bancone mi rispondeva seccata e con arroganza che loro erano perfettamente in regola (sic) visto che avevano ben due bagni. (Il fatto che nemmeno uno fosse accessibile era evidentemente per lei del tutto ininfluente).
Bene me ne vado, non senza cogliere le lamentele di altri turisti (dannazione erano tutti del nord) che stavano vivendo lo stesso disagio, e mi reco in un più ospitale bar di Santa Cesarea e, dopo essermi anche rifocillato, alle 16:07 chiamo il comando dei Vigili Urbani di Santa Cesarea segnalando l'accaduto e sollecito ancora il loro intervento alle 16:47. Mi viene spiegato, in questa occasione, che l'intervento sarebbe stato fatto dopo le 17:00, ora in cui doveva rientrare una pattuglia da un giro di routine.
Alle 18:27 (santi cellulari che ti permettono di ricostruire la sequenza e la tempistica delle telefonate) richiamo ancora i VV.UU. per avere aggiornamenti e mi viene detto che la pattuglia era intervenuta, aveva fatto rimuovere il cartello (come avevo anche potuto verificare nel frattempo) e aveva obbligato i gestori ad aprire il bagno (senza bisogno di sfondare la porta eh eh eh); la motivazione fornita dai gestori in questa occasione è stata che essendosi rotta la chiusura interna della porta non era possibile garantire una privacy adeguata e quindi avevano ritenuto più opportuno chiuderlo (sic).
In conclusione, ho perso un due, tre ore fra ricerca di numeri, telefonate e sopralluoghi ma sono contento di averlo fatto.
Il Salento ha fatto negli ultimi decenni nel settore turistico dei passi da gigante ma guai se cominciasse ad insinuarsi in alcuni (come fra l'altro vedo che accade qui vicino Roma) l'idea bacata che siccome ormai i turisti vengono a frotte ci si può permettere qualsiasi cosa. Sarebbe una rovina. Bene questo è quanto volevo raccontarti. E se potrai rendere pubblico questo episodio avremo reso un piccolo servizio in funzione dell'ulteriore crescita della nostra terra. Un abbraccio.

Caro Franco, il fatto che tu hai raccontato accade anche in qualche locale di Galatina. Per fortuna alla carenza di bagni pubblici nei pressi della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria, il  bene artistico galatinese più visistato, suppliscono i frati e i due bar che si aprono in Piazzetta Orsini. Il Salento è stato scoperto da troppi ma le sue strutture non sono ancora adeguate. Soprattutto però non sono ancora pronti tutti coloro che, ogni giorno, hanno contatti con i turisti. Non possiamo aspettare che 'maturino' i nostri bottegai, dobbiamo lavorare sui ragazzi nelle scuole e con tutti i mezzi di informazione a nostra disposizione. Ti assicuro che non molleremo e, quando tornerai, sapremo stupirti. Ricambio di cuore il tuo abbraccio. (d.v.)

Mercoledì, 28 Agosto, 2013 - 00:07