L'assistenza sessuale ai disabili. Un'inchiesta di 'fainotizia'

Secondo un sondaggio, riportato dal sito disabili.com, il 77 per cento dei portatori di handicap si dichiara favorevole all’assistenza sessuale. Gli assistenti sessuali sono delle figure professionali che, dopo aver seguito uno specifico corso di formazione, aiutano persone affette da disabilità fisica o psichica a vivere delle esperienze affettive ed erotiche. Al prezzo di circa 100-150 euro l’ora, gli assistenti sessuali vivono con i disabili delle esperienze fisiche che spaziano dalle carezze ai massaggi, dalla conoscenza del proprio corpo, all’insegnamento dell’autoerotismo. Raramente si raggiunge il rapporto completo.
Questa figura professionale esiste in Svizzera, Germania, Olanda e Danimarca. In Francia, dove questa attività è considerata simile alla prostituzione, c’è un dibattito in corso. In Italia nulla. Almeno fino allo scorso novembre, quando Maximiliano Ulivieri, un blogger affetto da distrofia muscolare, ha lanciato una petizione, intitolata “Assistenza sessuale. E’ una scelta”, che punta a porre la delicata questione sotto i riflettori non solo della politica, ma anche della società italiana.  L'iniziativa ha ottenuto il sostegno dell'associazione "Luca Coscioni". Secondo Maria Antonietta Farina Coscioni "il problema dell'assistenza sessuale è una questione seria ed è materia che va regolamentata attraverso una legge".
Le opinioni sono molte, Fai Notizia ha lanciato su questo tema un’inchiesta partecipativa. http://www.fainotizia.it/partecipa/21-05-2013/sexability

Ci sono storie di disabili come Giulia, che racconta di come una sana educazione sessuale l'abbia aiutata a diventare una donna serena. Quella di Valerio Serafini e sua madre Loredana.  Roberto, che considera la possibilità per un disabile di incontrare una prostituta, ma ci sono problemi pratici: "Chi li accompagna?". I racconti di Alejandro, disabile cognitivo, che ha vissuto con grande disagio e senso di colpa la propria sessualità, soprattutto a causa della sua forte spiritualità. Luana, 20 anni, disabile motoria, che descrive l'ottimo rapporto con la propria sessualità mettendo in evidenza una serie di stereotipi che circondano l'affettività e la sessualità dei disabili. Consuelo Battistelli, membro della onlus Blindsight Project, è diventata cieca all'età di 18 anni e rivendica l'assistenza sessuale anche per le donne.
Poi ci sono le aspiranti assistenti sessuali come Debora De Angelis, testimonial del progetto "Love Giver", che mira a predisporre e promuovere una proposta legislativa di iniziativa popolare per il riconoscimento della figura professionale dell’assistente sessuale.
Nell'inchiesta anche esperti del settore come il dottor Altieri, neuropsichiatra, convinto che per i disabili psichici non esista alcuna educazione sessuale, soprattutto perché sono considerati dalle famiglie e dagli operatori come "eterni ragazzi". Di "sesso degli angeli" parla invece Fabrizio Quattrini, sessuologo.
Da segnalare anche le interviste a Chiara Simonelli, direttrice scientifica dell'Istituto di sessuologia clinica di Roma e Priscilla Berardi, psicoterapeuta, che ci parla della doppia discriminazione quando alla disabilità si somma l'omosessualità.
Ma come funziona nei Paesi europei dove è già una prassi? Lo abbiamo chiesto a Erich Hassler, assistente sessuale tedesco e a Catherine Agthe-Diserens, presidente dell'Associazione Sexualité et Handicaps Pluriels di Ginevra.
L'ultimo contributo arrivato invece è l'intervista a Adriano Silanus, regista del documentario "Sesso, amore & disabilità".
L'inchiesta partecipativa è ancora aperta e verrà conclusa in estate con un documentario finale.

Lunedì, 24 Giugno, 2013 - 00:03