A Lampedusa il nuovo radar della Difesa Aerea

Giovedì 2 maggio è stato inaugurato il nuovo radar della Difesa Aerea installato presso la 134a Squadriglia Radar Remota di Lampedusa. La cerimonia di inaugurazione è stata presieduta dal Sottosegretario di Stato alla Difesa, On. Angelo Tofalo, accompagnato dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Alberto Rosso. All’evento hanno partecipato anche diverse Autorità militari e rappresentanze delle Società Leonardo e Vitrociset, le maggiori imprese nazionali coinvolte nell’ambito dei lavori che hanno interessato il sito di Lampedusa. L’inaugurazione del Sistema FADR (Fixed Air Defence Radar, modello RAT–31DL) costituisce anche la conclusione di un più ampio programma decennale che, insieme alla sinergia del mondo industriale nazionale, ha portato al rinnovamento tecnologico di 12 radar fissi a copertura dell’intero spazio aereo nazionale, migliorandone l’efficienza del sistema di Difesa Aerea Nazionale. Il FADR è un radar di sorveglianza a lungo raggio (oltre 470 chilometri) con capacità anti-balistica. E’ caratterizzato dall’avanzata tecnologia “a stato solido” che lo rende altamente affidabile. Il sistema è conforme agli standard di mercato più severi, tra cui la piena interoperabilità a livello NATO. Venduto in tutto il mondo in oltre 50 esemplari, il radar, è stato infatti scelto da numerosi Paesi membri dell’Alleanza Atlantica, il che ha reso Leonardo un partner di riferimento nel settore della difesa aerea. L’On. Tofalo, nel suo intervento, ha voluto esprimere il proprio plauso al sistema di sorveglianza aerea nazionale, compito principale dell’Aeronautica Militare ‪“e prezioso assetto al servizio del Paese e di tutti i cittadini, perfettamente integrato con le altre Forze Armate. Grazie a questo nuovo sistema di elevata tecnologia, frutto di eccellenze italiane, la nostra Arma Azzurra potrà condividere in modo ancora più efficace importanti informazioni per la sicurezza globale”. Anche il Generale Rosso ha voluto sottolineare come “la nuova struttura di sorveglianza dello spazio aereo, basata su sensori radar fissi terrestri, rappresenta un elemento fondamentale del sistema di Difesa Aerea Nazionale e della NATO, di cui sono parte integrante i caccia intercettori, altri assetti aerei con sensori radar a bordo ed i centri di comando e controllo”. L’obiettivo raggiunto “può essere considerato un successo tutto italiano, dal momento che è il risultato di una piena collaborazione tra la Difesa, l’industria nazionale e le comunità locali, portata a termine con la massima attenzione al rispetto del territorio e del paesaggio, con la massima attenzione all’ambiente”. La cerimonia è stata suggellata da un simbolico taglio del nastro e dal sorvolo di una coppia di caccia intercettori Eurofighter del 37° Stormo di Trapani Birgi; a seguire, tutte le Autorità presenti e gli ospiti convenuti all’evento sono stati accompagnati all’interno dell’installazione che ospita il RAT–31DL e hanno avuto l’occasione di visitare l’intero sito radar di Lampedusa, contestualmente riqualificato nell’ambito dei lavori.
La 134a Squadriglia Radar Remota, inserita nella rete di Difesa Aerea Nazionale integrata, anche in tempo di pace, con quella degli altri paesi appartenenti alla NATO, ha il compito di mantenere in efficienza, senza soluzione di continuità, il sistema assegnato e di assicurare la sorveglianza dello spazio aereo di competenza. Il Distaccamento Aeronautico di Lampedusa assicura il supporto logistico alla 134aSquadriglia Radar Remota e agli altri Enti militari dislocati sull'isola di Lampedusa, fornendo assistenza ai velivoli militari dell’Aeronautica Militare in transito sull'aeroporto civile. Il radar inaugurato oggi si inserisce all’interno della rete di sensori distribuiti su tutto il territorio nazionale con il compito di raccogliere le informazioni necessarie ad intercettare le potenziali minacce aeree.
I dati raccolti dai radar vengono così distribuiti ed elaborati dall'11° Gruppo D.A.M.I. (Difesa Aerea Missilistica Integrata) di Poggio Renatico (FE) ed il 22° Gruppo Radar di Licola (NA), che hanno poi il compito di guidare gli assetti della Difesa Aerea. Nello specifico, l’Aeronautica Militare impiega i velivoli Eurofighter del 4° Stormo di Grosseto, del 36° Stormo di Gioia del Colle e del 37° Stormo di Trapani, i quali alimentano a turno, secondo necessità, anche una cellula temporanea presso la base del 51° Stormo di Istrana. Da marzo 2018 inoltre, nel sistema di Difesa Aerea sono stati integrati anche i velivoli F35 del 32° Stormo di Amendola, che contribuiscono, con specifiche capacità operative e tecnologia di ultima generazione, alla difesa dei cieli italiani. La catena di allertamento per le violazioni dello spazio aereo prevede che l'ordine di intervento immediato dei caccia venga impartito dal CAOC (Combined Air Operation Center) di Torrejon (Spagna), l'ente della NATO responsabile del servizio di sorveglianza dello spazio aereo nell'area, il cui interlocutore nazionale è l'Air Operation Center (AOC) di Poggio Renatico (FE). L’AOC svolge compiti fondamentali nell'organizzazione del servizio di difesa aerea ed effettua una costante attività di supervisione sul corretto funzionamento del dispositivo. Qualora si presenti una minaccia non militare allo spazio aereo italiano, l'IT-AOC riprende il comando dei velivoli intercettori affidati alla NATO, per la successiva azione di contrasto. Ciò avviene quando un velivolo civile in transito nello spazio aereo nazionale evidenzi una condotta anomala e, quindi, potenzialmente pericolosa per la sicurezza, oppure qualora necessiti di supporto aereo per problemi tecnici che ne compromettano la sicurezza del volo.

Venerdì, 3 Maggio, 2019 - 00:04