"La tutela dell'arte è tutela della civiltà"

La nuova collocazione nel Museo galatinese delle opere di Pietro Cavoti suscita qualche perplessità

Gentile DirettoreGalatina è città d'arte, basta ammirare le bellezze architettoniche di cui è ricca, che regalano al visitatore una visione scenica d'impatto, per rendersene conto. Monumenti, palazzi, chiese… abbelliscono il nostro territorio e, nella loro magnificenza, si innalzano nelle piazze e lungo le stradine lastricate del centro storico.
Sin dal 1400 la nostra Città ha visto nascere pittori, scultori, filosofi e musicisti che, con la loro creatività ed ingegnosità, hanno lasciato il segno, tramandando un patrimonio inestimabile per bellezza, degno di essere valorizzato nel tempo.
Gaetano Martinez, Gioacchino Toma, Pietro Cavoti, Baldassarre Papadia, Marcantonio Zimara, Giuseppe Lillo, Pietro Colonna detto il Galatino, al cui nome è intitolata la nostra biblioteca comunale, sono solo alcuni illustri personaggi del nostro passato, che fanno parte della storia galatinese, ma che, purtroppo spesso, allontaniamo dalla nostra memoria con indifferenza.
Ho personalmente visto nascere il Museo Pietro Cavoti nell'anno 1999/2000, quando finalmente opere e reperti rimasti negli anni stipati ed abbandonati, sono stati finalmente restituiti al pubblico, collocandoli in un'ala dell'ex convento dei Domenicani appositamente ristrutturata. Sotto gli occhi attenti e scrupolosi di Maria Prato, le opere, dopo un accurato intervento di restauro, sono state collocate nelle varie sale secondo un percorso cronologico. Il lavoro è durato oltre un anno, provvedendo ad assemblare, ordinare, catalogare ed infine esporre il tutto con estrema scrupolosità, affinché la gran mole di materiale splendesse di fronte agli occhi del pubblico.
Terminati i lavori, il Museo Civico "Pietro Cavoti" apre nel marzo del 2000 con una cerimonia di inaugurazione, restituendo ai galatinesi testimonianze di inestimabile valore, che in seguito si cerca di salvaguardare e tutelare. Lo stesso Pietro Cavoti affermava: "La tutela dell’arte è tutela della civiltà", ed è proprio da queste sue parole che si intuisce come Lui amasse l'arte e si prodigasse fermamente per la sua salvaguardia. Ricordiamo infatti come il Cavoti fosse apprezzato e stimato dalle più alte personalità dell'epoca, poiché appassionato difensore delle ricchezze storico-artistiche ed oppositore contro l'indifferenza assoluta verso l'arte antica.
Il Museo Pietro Cavoti, progettato nel suo restauro e donato ai Galatinesi come un gran contenitore colmo di conoscenza verso il passato, richiama flussi di semplici cittadini e turisti che visitano la nostra città, ma, dopo aver constatato direttamente, mi chiedo come oggi si sarebbe comportato il nostro grande artista davanti a quel quietismo che rimbalza rumorosamente nelle grandi sale.
Con rammarico ho preso atto dei cambiamenti avvenuti nel tempo, a mio avviso inappropriati, che contrastano con il vero significato di fruizione di un museo, lavoro che in origine era stato curato con estrema attenzione. Con amarezza e un pizzico di dolore ho notato vetrine denudate, in particolare quelle riguardanti il fondo Cavoti, compresi disegni, bozzetti ed acquerelli che mettevano in mostra riproduzioni di affreschi e particolari architettonici.
Tutto ciò che in origine era stato esposto con fatica ed estrema scrupolosità, oggi è ritornato sottochiave nel buio dei cassetti, senza più che occhi curiosi possano ammirare questi tesori; solo poche opere del Cavoti rimangono lì, ad aspettate che qualcuno le vada a trovare.
Negli ampi spazi e nei lunghi corridoi le opere sono state ricollocate alla rinfusa, creando al pubblico disorientamento; quella che doveva essere un'esposizione pensata per il visitatore è tornata a rispecchiare invece il vecchio concetto settecentesco di museo. Il disegno, vero protagonista dell'arte di Pietro Cavoti, testimonianza di dedizione ed impegno costante, non consente più al visitatore di captare lo spessore artistico di questo nostro illustre Concittadino, togliendo a noi quella visione che illuminava e folgorava per bellezza.
Tra i tanti scritti sulla personalità del Cavoti, quella del Silvestri sembra essere la più calzante alla figura dell’artista galatinese. Egli scrive: [...] Pietro Cavoti si pone come uno dei più esemplari figli di Galatina. Zelante nei suoi impegni professionali e artistici, non settario nè campanilista, operoso nella solitudine si colloca da sé in quello scontroso isolamento che è tipico delle personalità destinate a lasciare traccia. [...]. Sicuramente la sua traccia l'ha lasciata, è doveroso però adoperarsi sempre, affinché questa non si dissolva.

Gentile Beatrice, a quanto ha potuto accertare galatina.it, la nuova collocazione delle opere del Cavoti si deve a precise indicazioni della Sovrintendenza che ha anche imposto una rotazione dei materiali esposti. La saluto cordialmente.(d.v.)

Mercoledì, 9 Maggio, 2018 - 00:07

Galleria