La tangenziale sud-ovest passa dove c'è la nuova palestra?

I dubbi e le documentazioni del coordinamento 'Galatina libera dal cemento'

"La Tangenziale Sud-Ovest, nel tratto che passa di fronte al Quartiere Nachi, sembra doversi imbattere in due ostacoli -si legge in un comunicato del Coordinamento Galatina Libera dal Cemento (*)- a destra, una grossa struttura edilizia fatiscente, un'offesa al territorio composta da decine e decine di orribili piloni e travi in cemento, mai ultimata, a prova di quali brutture sia capace la cementificazione selvaggia del territorio, un intrico di travi che, a quanto pare, non potrà essere toccato dalle ruspe, a sinistra, addirittura, il paradosso dei paradossi, l'emblema di una progettazione malsana di mega opere costruite a tavolino nel chiuso di uffici, una costosa struttura sportiva in fase di realizzazione, che secondo i piani dovrebbe riqualificare questa zona periferica, e della quale, proprio nelle fasi di progettazione tecnica, tirando semplici linee su dei fogli, se ne è totalmente trascurata l'esistenza e, quindi, l'interferenza.
Questa è l’ennesima riprova di un'inquietante attitudine alla superficialità già emersa e riscontrata nel medesimo progetto nel caso di importanti Beni Culturali, monumenti e alberi protetti pluri-secolari, veri e propri tesori e patrimoni ambientali che per colpa di questa scriteriata colata d'asfalto si rischia di deturpare compromettendone tutela e esistenza.
Quello che ci si chiede è se c’è il rischio che si debba metter mano alla struttura sportiva di nuova edificazione, di cui, pare, non si sia assurdamente tenuto conto in fase di progettazione, per far largo a quell’inutile e sproporzionata strada tangenziale provinciale, gravando ancora di più sulle tasche di tutti i cittadini e concretizzando un ulteriore spreco di pubblici denari, ancora più doloroso in questo periodo di dura e profonda crisi economica che si cerca di arginare a fatica anche con drastiche misure di tagli e “spending review”, sperpero magari causato da un errore di valutazione forse dovuto alla fretta di far partire un cantiere il cui studio evidenziava, già in origine, una serie di sconcertanti incongruità.
Una strada larga 16 metri da lì proprio non ci può passare e così potrebbe verificarsi un altro episodio di “schizofrenia edificatoria” con una parte di struttura pubblica appena costruita che potrebbe dover essere già da ora demolita!
Purtroppo si è visto come in Italia ci sia la facilona abitudine di “giocare” con soldi pubblici, come fosse un videogioco dove le risorse economiche da cui attingere sono puramente virtuali e di fantasia e nessuno ti chiama a pagare i danni. Non vorremmo che si stesse verificando questa assurda cosa anche qui.
Sol'anche un euro sprecato sarebbe un danno per chi con quell’euro contribuisce faticosamente ogni santo giorno a far funzionare nella maniera più efficiente e più avveduta possibile la macchina dello Stato. E’ un euro sottratto ai cittadini e a ogni buona amministrazione che con oculatezza e saggezza gestisce la Cosa Pubblica adoperando la forza dello sguardo per guardare lontano pensando soprattutto al benessere delle future generazioni, garantendo così la felicità dei cittadini di oggi, operando scelte tecnicamente giuste e politicamente utili oltreché virtuose.
La fretta è cattiva consigliera, si sa, e spesso nasconde insidie, frutto di valutazioni superficiali o (si spera che non sia così!) opportunistiche per talune parti, ma che finiscono nel ripercuotersi tutte le volte sulle martoriate tasche di noi cittadini. In tutto questo però vediamo anche una grande povertà intellettuale, si continua, infatti, a commettere gli stessi errori del passato, fatti da un gran spreco di denaro pubblico e bassissimo rispetto per i Beni Comuni quali Paesaggio e Ambiente, in primis, contribuendo, peraltro, a portare il Paese sull'orlo della catastrofe continua. Sembra come se la classe politica non si voglia per nulla evolvere, o meglio ancora, pare che non si riesca proprio ad emancipare da simili errori.
In questo tema entra anche la grave questione delle occupazioni di urgenza dei suoli interessati ai progetti che, da esercizio straordinario, è divenuto ormai prassi ordinaria a cui gli enti pubblici ricorrono senza remore e adottano praticamente sempre in queste fasi, rinunciando alle normali, lineari e ben più economiche procedure di esproprio, condannando così le future amministrazioni, e quindi tutti noi cittadini, a pagare un conto ben più esoso e salato. Facendo ricorso strumentalmente alla cosiddetta 'pubblica utilità' dell'opera, pratica enormemente abusata, induce a dimostrare invece proprio la piena 'pubblica inutilità' o addirittura la 'pubblica dannosità' di tali opere. Il ricorso all' “occupazione d'urgenza” comporta la forzata creazione di pericolosissimi e gravosi debiti fuori bilancio che sono una vera e propria bomba finanziaria a orologeria, per i Comuni, che rischierebbe di esplodere da un momento all'altro trascinando le casse comunali verso la peggiore e devastante bancarotta. Quando meno te lo aspetti, infatti, piovono i decreti ingiuntivi, dove la parte soccombente è il Comune e a pagare sono sempre gli stessi, i cittadini, mentre i responsabili reali del disastro restano tra le nebbie e senza nome, forse anche grazie alla memoria corta della gente e a un quadro legislativo illogicamente promuovente comportamenti lassisti o (si spera sempre di no!) peggio ancora di favore.
Si è ancora in tempo per fermare questa serie infinita di opere devastanti e inutili.
E all’orizzonte vediamo persino, di fronte a tutto questo sfacelo, profilarsi l’appalto del secondo tratto della tangenziale, altrettanto disastroso, pronto a deturpare il paesaggio attorno alla secolare Quercia Vallonea di San Sebastiano e il progetto del mega Centro Commerciale sulle ottime terre fertili e fiorenti di Collemeto, opera mastodontica che anche in questo caso si vuole realizzare in tutta fretta, senza eseguire alcuna opportuna e approfondita valutazione coinvolgendo in queste decisioni tutta la cittadinanza.
Si solleva pertanto un inquietante interrogativo ovvero se il Comune e la Provincia già erano al corrente di tutte queste gravi incongruità in fase progettuale, costituite da evidentissimi ostacoli che ora in fase di realizzazione, al momento dell'avvio dei cantieri e all'occupazione di urgenza, così drammaticamente emergono, e se si era a conoscenza delle conseguenze economiche costituite dall'aumento gravoso dei costi aggiuntivi da sopportare. I soldi pubblici non sono qualcosa con cui giocare!"
"Ringraziamo le centinaia di cittadini -continua il comunicato- che in questi giorni hanno fatto la fila per porre la loro firma al fine di muovere l'amministrazione neo-eletta al blocco proprio dei cantieri di questo primo tratto della circonvallazione, dell’appalto del secondo tratto, e porre le basi oramai irrinunciabili per la creazione del Grande Parco Verde delle Querce a tutela della monumentale rarissima e protetta Vallonea di San Sebastiano, come dell'area verde del Parco Botanico zona Nachi e fermare inoltre il mega Centro Commerciale. Già la loro presenza in piazza ha smosso tanti amministratori a sollevarsi per partecipare al fianco delle associazioni di tutta la provincia, come Italia Nostra che contro il parco commerciale si sta virtuosamente impegnando. Esprimiamo la nostra massima solidarietà a tutti i commercianti di Galatina che avevano esposto nei giorni scorsi un cartello in cui manifestavano il loro pensiero con queste parole: “Parco commerciale? Colpo mortale alla città. No grazie io non ci sto!!!” e che hanno dovuto in tutta fretta auto-censurarsi. Siamo al vostro fianco! Cogliamo l'occasione anche per fare nostra e rendere pubblica l'indignazione di quei tanti cittadini che firmando hanno ironizzato con amarezza sull'assurdità espressa dagli amministratori in merito al salvataggio della grande quercia per poi scoprire dalle loro stesse parole che la strada pur nella modifica sbandierata, come un successo politico, passerebbe a soli, pensate, 15 metri (!!!) dalla sua chioma, non uno stupro alla sua bellezza paesaggistica e al sogno dei cittadini di un grande parco verde tutto attorno, ma molto di più!"

 

Foto Gallery

Tangenziale ovest Galatina il nuovo palazzetto da demolire?

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 Foto 1
Le due strutture combacianti e a ridosso l'una dell'altra
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Foto 2
Lato nord-est le due strutture congiunte con in fondo il rione Nachi
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Foto 3
La trincea della strada va proprio a ridosso del muro perimetrale lambendo il palazzetto
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Foto 4
La lunga fila dei picchetti che vanno a sbattere sul perimetro del palazzetto
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Foto 5
La lunga fila dei picchetti che vanno a sbattere sul perimetro del palazzetto 2
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Foto 6
Il Palazzetto a sx e la struttura in cemento a dx e la strada al centro
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Foto 7
Il cartello di cantiere con dietro le due strutture
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Foto 8
I picchetti giungono a ridosso del muro perimetrale da poco fatto del palazzetto
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Foto 9
I due perimetri a sx il palazzetto e a dx la struttura sono adiacenti
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(*)Aderiscono al comitato: Collettivo Arte Ambiente Nuovi Selvaggi, Associazione Nadir, Circolo Eutopia, Meetup Galatina, Custodi della Quercia Vallonea di San Sebastiano, Custodi del Salento, Nuova Messapia, Forum Ambiente Salute, Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino, Italia Nostra sez. Sud Salento, ADAF Lecce (Associazione dei Dottori in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce), Arci Km Zero, Centro Studi Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Lecce

Giovedì, 27 Dicembre, 2012 - 00:10