La solidarietà di Amici onlus agli operatori del reparto di Gastroenterologia dell'Ospedale di Galatina
Sorprende leggere un articolo approssimativo con annesso titolo roboante apparso alcuni giorni fa sulla testata giornalistica di trnews.it. “Un Ospedale abbandonato?” recita il titolo, riferendosi all’Ospedale Santa Caterina Novella di Galatina. Poi leggendo ancora, si punta il dito al reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva. Si pubblicano foto, senza specificare a quale area si riferiscano.
Da responsabile dell’associazione AMICI Onlus, esprimo tutta la mia solidarietà a quanti, medici e personale infermieristico lavorano ininterrottamente da anni per rendere un servizio di qualità ai tanti pazienti di quell’ospedale e in particolare del reparto che per ovvi motivi conosco molto bene e frequento. Un reparto sempre pulito e funzionante, che risponde bene alla domanda di salute e assistenza che viene dal territorio.
Non è corretto pubblicare foto che ritraggono altri ambienti interdetti al pubblico, ai pazienti, ambienti non funzionali alla normale vita del reparto alludendo al cattivo funzionamento dell’intera divisione di gastroenterologia. Sembra più un attacco frontale all’Ospedale di Galatina che, tra l’altro, da molto tempo chiede maggiore attenzione perché attrattore di numerosi pazienti che richiedono sempre migliori servizi sanitari.
Inviterei chi ha scritto il pezzo giornalistico ad andare in reparto, intervistare i medici e i pazienti, non limitandosi a visitare, forse, un sottoscala inutilizzato. Sarebbe auspicabile intanto fornire informazioni corrette al fine di stimolare una migliore e giusta interlocuzione tra chi deve e può fare di più per l’ospedale, e i fruitori che sono sempre la parte debole a cui bisogna dare risposte. Un’aggressione gratuita come quella che è stata perpetrata ai danni del Reparto di Gastroenterologia di Galatina indebolisce un sistema fragile e certamente migliorabile, con il rischio di distruggere un indispensabile riferimento per i malati salentini. Da parte in causa, amerei sentire di iniziative volte a potenziare e rinforzare anziché ad aumentare la distanza tra il ‘bisogno’ e il ‘servizio’.
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