"La situazione è insostenibile"

I medici del Pronto Soccorso di Copertino scrivono al Prefetto

I medici invocano l’intervento della Prefettura per la grave situazione del Pronto Soccorso di Copertino. Un servizio di emergenza con 35 mila accessi l’anno, che si regge quasi sempre, con un solo medico e due infermieri per turno. Una situazione limite, sopratutto se si pensa che stiamo parlando di un servizio sanitario di emergenza – urgenza, il più importante in un ospedale, che quindi dovrebbe essere quello attrezzato di mezzi e uomini prima di altri servizi. Invece quello che accade è che il medico di turno, deve decidere se salire in ambulanza per trasportare un paziente grave al Fazzi per esempio, o prestare soccorso ad un cardiopatico che rischia di avere l’infarto.
“In un mese – racconta un medico – ho prestato servizio per 23 turni di seguito, senza alcuna interruzione”. Non solo, ma molto spesso chi smonta la notte, non ha il recupero, ma continua a lavorare anche la mattina seguente, (alla faccia della legge europea che impone all’Italia di prevedere 11 ore di riposto tra un turno e l’altro), per aiutare il collega che, da solo, non può far fronte ai tantissimi accessi, 10 mila dall’inizio dell’anno ad oggi.
Dopo richieste di aiuto alla direzione del presidio e dell’Asl, i medici, primario compreso, hanno preso carta e penna e hanno scritto oltre alle autorità sanitarie competenti, anche al Prefetto e ad Emiliano. Quello che evidenziano, è una realtà che forse i destinatari della lettera non immaginano, fatta di uomini e donne stremati, sotto stress che quotidianamente si trovano a fare scelte impossibili: se interrompere l’osservazione breve, per poter garantire il triage o se salire sull’ambulanza, lasciando in attesa persone anche 8 – 9 ore, con le conseguenti e facili aggressioni. “Siamo esposti a rischi legali, a violenze verbali e fisiche, non si riesce a lavorare bene e serenamente. – dicono i professionisti – Servono uomini per fare la sanità e da noi sono insufficienti.” Tutto questo si traduce in un rischio non indifferente anche per i cittadini che vengono seguiti da un personale stanco, posto sotto pressione. “Non si può – dice un medico – tenere in piedi un pronto soccorso come quello di Copertino che fa circa 350 accessi al mese, con un solo medico e due infermieri.”
Da 14 professionisti iniziali in pianta organica, sono rimasti in sette: 3 hanno vinto il concorso a Brindisi, una dottoressa poi, vista la situazione critica si è dimessa, un altro ha preferito ritornare a Modena da dove proveniva. “Sono scappati per disperazione e sfinimento” dicono i colleghi “sopravvissuti.”
Questa di Copertino è una realtà non molto diversa da quella degli altri pronto soccorso pugliesi. Al Fazzi in particolare, c’è una situazione molto simile per carenza di organico, non a caso si creano lunghissime attese con conseguenze come quella avvenuta ad un medico che é stato preso a ceffoni dal cittadino esausto di aspettare ad oltranza. “Gli utenti hanno ragione- dicono ancora i medici -chiunque dopo 6 -7 – 8 ore di attesa, perderebbe le staffe.
”I professionisti chiedono interventi immediati per una seria organizzazione del servizio di emergenza, distribuendo meglio le risorse umane, visto che a Copertino mancano tre infermieri, un oss e almeno quattro medici, mentre nel primo soccorso di Nardò, che non fa urgenze e non ha un’attività massiccia, non essendo ospedale, si contano sei medici, più che sufficienti. L’estate sta arrivando, con essa anche i tanti turisti, il lavoro aumenta, il timore che questa bomba ad orologeria scoppi c’é, con la consapevolezza che non si potranno fare le ferie e che i turni saranno massacranti, alla faccia della legge europea che obbliga a 11 ore di riposo tra un turno e l’altro, per garantire la sicurezza degli utenti.

Lunedì, 2 Maggio, 2016 - 00:04