La ricetta e i segreti delle cuddrhure

Uscendo di casa non è difficile avere la sensazione che sia arrivata la primavera, e per la fioritura delle piante e degli alberi e per i raggi solari che con il loro tepore riscaldano i nostri animi. Con la primavera si avvicina la Santa Pasqua e con essa i sublimi dolci della quaresima. Il dolce pasquale tradizionale  pugliese per eccellenza è, senza dubbi, la CUDDRURA. Molteplici e vari sono i significati di questo dolce che trovano numerose testimonianze presso le comunità contadine e pastorali.
La “cuddrura” può avere svariate forme: panarino, caddruzzu, bambolina, colomba, pupa impettita sono le tradizionali, anche se qualche mio collega ha cercato di fare altre forme, queste sono le tradizionali e, secondo me, se produciamo dolci tradizionali lo devono essere anche nella forma; ma questo è un altro discorso…
Dicevamo che le cuddrure possono avere svariate forme ma tutte devono contenere indispensabilmente “l’uovo”. Il dono dell’uovo il giorno di Pasqua è una antica tradizione germanica di una cerimonia fecondatrice e moltiplicatrice della primavera. Le uova, che sono imprigionate con una croce di pasta sul dolce, vengono prima lessate (con la bollitura dell’acqua, infatti, si sterilizza il guscio, per il contatto di esso sul dolce).
Le cuddrure sono anche delle “gocce di memoria”, dei ricordi della nostra infanzia e della nostra famiglia unita, indaffarata alla preparazione di questo dolce (questa secondo me la caratteristica della cuddrura ). Altra particolarità superstiziosa è il numero dispari delle uova su di essa, perché il numero dispari ha virtù propiziatrici; pregiudizio di cui si trova riscontro in Virgilio: “Il Dio si compiace del numero dispari”.
La ricetta classica è la seguente: 1 Kg di farina tipo 00, 5 uova intere, 200 g olio d’oliva, 200 g di zucchero, 2 bustine di vanillina, 15g  cremor tartaro (lievito per dolci), 5 g di bicarbonato di sodio (Ammoniaca per dolci) e del latte q.b. 
Procedimento: impastare tutti gli ingredienti. Dal pastone prelevare dei pezzi adatti a creare le varie forme. Su tali forme porre almeno un uovo sodo, fermato con un tondino di pasta messo a croce. Sbattere in una terrina un uovo e, per il suo equivalente peso, del latte; con la miscela ottenuta spennellare la superficie dei nostri dolci. Mettere in forno con temperatura di 200 gradi con sportello chiuso, appena assumerà un colorito dorato aprire lo sportello del forno con temperatura mite (100 gradi) e lasciarla biscottare fino a  quando la pasta non sarà croccante.
Se non avete del tempo libero, è possibile acquistarle presso i panifici artigianali nelle varie forme e prezzi.
Augurandovi una Buona Pasqua, consiglio a tutti di unire le vostre famiglie, le vostre sorelle e fratelli per un pomeriggio “cuddruraru” e vedrete che non saranno dolci solo le cuddrure...

Lunedì, 14 Aprile, 2014 - 00:10