La processione dei Santi Pietro e Paolo

Galatina - "I nostri Santi Patroni, la piazza e la nostra Chiesa Madre: sono questi i tre punti cardine su cui oggi dobbiamo riflettere". Don Antonio Santoro, viceparroco della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, si infervora davanti ai tanti fedeli e turisti che si sono dati appuntamento, alle ore 19, in piazza per la Messa e poi per la processione. "Non dobbiamo avere paura di essere cristiani -afferma. Seguire l'esempio di Pietro a cui Cristo cambiò il nome per farlo diventare pescatore di uomini e di Paolo, maestro del pensiero cristiano, è un imperativo a cui dobbiamo avere il coraggio di rispondere".
Alle ore 20 le confraternite si sono già schierate su via Vittorio Emanuele II (all'alba era stata tirata a lucido dagli uomini della Csa). Le autorità con in testa il Sindaco, Cosimo Montagna, aspettano che si muovano prima i simulacri dei Santi. La banda intona una marcetta e parte la statua di San Paolo, portata per tradizione a spalla dai componenti della famiglia Schito (masseria 'La fica') subito dietro ci sono tutti i 'massari' di Santa Barbara poi si muove il busto-reliquario d'argento che rappresenta San Pietro, preceduto dai sacerdoti galatinesi e seguito dal drappello dei politici e dei militari e poi da tutto il popolo.
È un rito che si ripete sempre uguale. La processione percorre le vie extramurali e ritorna in piazza mentre le luminarie si accendono al passaggio dei 'Santi'. Galatina è invasa dai turisti.
Le polemiche politiche sul Tap sembrano lontane. Anche quest'anno la festa è salva. Il merito è di pochi e sono quelli che tirano la carretta e non vanno in giro ad imbrattare i muri della città che li ospita.

Domenica, 29 Giugno, 2014 - 00:08

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