La Via Matris Vivente nella Basilica di Santa Caterina d'Alessandria

Nella suggestiva cornice biblica che caratterizza la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria in Galatina (Le) la rappresentazione della “Via Matris Vivente” ha aperto la settimana santa di preparazione alla Pasqua 2019. La via dolorosa della Croce, gli ultimi momenti di vita terrena di Gesù, tra dolore e tradimenti, sofferenze spirituali e fisiche causate dalla cattiveria e dall’arroganza dell’uomo, rivissuta attraverso il dolore di Maria. Sulla base della tradizionale Via Crucis, la Via Matris è stata realizzata partendo dall’“Eccomi” di Maria dinanzi all’annunciazione dell’angelo Gabriele, ed immaginando i suoi sussulti davanti ai segni avuti nel tempo, come la profezia di Simeone durante la presentazione al tempio e successivamente lo smarrimento di Gesù all’età di dodici anni ritrovato poi dopo tre giorni a Gerusalemme tra i dottori della Legge. L’abbiamo vista assistere un pò incredula e un pò fiduciosa al primo miracolo di Gesù durante le nozze di Cana. Abbiamo rivissuto il suo dolore in tutti i momenti della via verso il calvario, abbiamo partecipato all’istinto materno di protezione quando vede il figlio che cade sotto il peso della croce, e quasi accompagnato le sue struggenti lacrime e urla di dolore ai piedi della croce. E infine abbiamo partecipato al doloroso momento della deposizione, lì tra le sue braccia, lì sul suo grembo, per l’ultima volta, momento in cui si è arrivati a sfiorare la raffigurazione vivente della pietà. L’interpretazione del Magnificat dopo l’apparizione di Gesù risorto davanti al sepolcro, indicata dagli angeli a Maria di Magdala, ha chiuso poi la rappresentazione. Un’alternanza di meditazioni e interpretazione, hanno dettato i tempi, e hanno fatto meditare sulle difficoltà e sulle debolezze che attanagliano la vita quotidiana, indicando la via per cercare di vivere e superare le avversità seguendo l’esempio di Maria. Un corposo gruppo teatralesi è impegnato nella realizzazione del progetto diretto scenograficamente da Pierluigi Romano, con coreografie curate dalla moglie Sonia Diso. Molti i parrocchiani che si sono avvicinati per la prima volta a questa esperienza tra cui genitori, bambini ed immigrati accolti nella comunità parrocchiale. Così come altrettante persone si sono dedicate ai costumi, completamente realizzati a mano e studiati appositamente per ogni personaggio, al recupero dei materiali e degli oggetti di scena, al supporto tecnico dell’illuminazione e del suono. Un gran numero di persone che con entusiasmo e gratuità hanno fatto in modo che il tutto si realizzasse facendo vibrare con forti e sincere emozioni l’intera comunità parrocchiale e non solo. L’idea nata tra i coordinatori del Gruppo Teatrale parrocchiale, Claudio Forte e Katia De Riccardis, il parroco Fra Rocco Cagnazzo e il viceparroco Padre Domenico Pulimeno, ha trovato forte sostegno e grande soddisfazione soprattutto per il momento di collaborazione e vita di comunità vissuta nella parrocchia e che a distanza di giorni ha lasciato un segno di profonda e toccante emozione negli occhi di quanti hanno partecipato.

Sabato, 20 Aprile, 2019 - 00:06

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