La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate nella Caserma "Nacci"
Il 31° reggimento carri ha ospitato nella caserma “Nacci”, in occasione della giornata della celebrazione dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, le classi quinte della Scuola Primaria dell’Istituto Scolastico Paritario “F. Smaldone” di Lecce accompagnate dai propri insegnanti. I giovani ospiti hanno partecipato al momento più solenne della giornata, l’Alzabandiera, e in seguito hanno potuto visitare una mostra statica dei sistemi d’arma e degli equipaggiamenti che i militari impiegano in addestramento e in operazioni e hanno potuto osservare una dimostrazione sulle tecniche di difesa personale con il Metodo di Combattimento Militare (MCM).
Hanno, inoltre, visionato un video istituzionale dell’Esercito Italiano ed a loro è stato offerto un contributo educativo sui valori dell'essere militare, sul significato del tricolore e sui compiti fondamentali della Forza Armata fuori dal territorio nazionale, in patria ed in concorso per le pubbliche calamità.
L’appuntamento è stato molto apprezzato dai ragazzi che hanno toccato con mano la peculiare realtà militare e professionale dell’Esercito Italiano ed è stata l'occasione per avvicinare le giovani generazioni al mondo militare in una giornata in cui si intende ricordare, in special modo, tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita per una Bandiera, per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere, valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi.
All’iniziativa “caserme aperte” hanno partecipato inoltre molte associazioni, delegazioni, politici locali, ex militari e tanti altri ospiti che, accomunati dal sentimento di orgoglio nazionale, hanno contribuito a mantenere viva la memoria degli eroi della “Grande Guerra”, di quei giovani soldati che dopo tre anni e mezzo di combattimenti accaniti, completarono il processo di unificazione italiana. Cinque milioni di giovani appartenenti a ben 27 classi di leva, provenienti da ogni regione, da ogni provincia e da ogni classe sociale che si trovarono l’uno accanto all’altro in un’unica grande trincea che con abnegazione e spirito di sacrificio resero possibile l’Unità d’Italia com’è oggi.
"Dobbiamo esprimere gratitudine ai 680.000 caduti, ai 270.000 mutilati, a oltre un milione di feriti -è il pensiero che il 31° reggimento carri intende trasmettere- ai 600.000 prigionieri 64.000 dei quali morti di stenti in mano nemica. Queste le cifre che solo i libri, i video e le foto non censurati o i sacrari militari ci possono dare l’idea, ma solo l’idea, di ciò che queste cifre rappresentano. Attraverso le sofferenze condivise quotidianamente nacque un nuovo sentimento di affratellamento, di condivisione. Ecco perché il 4 novembre, noto come “Festa della Vittoria” è con il tempo divenuta “giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”.
Oggi, il Paese può contare su una forza viva, preparata, pronta alle sfide più complesse, su professionisti che, accomunati dagli stessi valori degli eroi di ieri, con la loro divisa e le loro professionalità, sono impegnati in tanti scenari diversi, all’estero e sul territorio nazionale".
Tra questi anche gli uomini e le donne del 31° reggimento carri, che, a giorni, in seno alla revisione dello strumento militare terrestre che vede la costituzione delle Unità Esploranti all’interno delle Brigate, vedranno il loro Comandante, il Colonnello Francesco Serafini, galatinese, depositare il glorioso Stendardo, decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare e di Medaglia di Bronzo al Merito Civile, presso il Sacrario delle Bandiere di Guerra al Vittoriano in Roma e prendere in consegna lo Stendardo del reggimento “Cavalleggeri di Lodi” (15°) decorato con tre Medaglie d’Argento al Valor Militare e con una Medaglia di Bronzo al Valor Civile.
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