La gioia di essere europei

Il 9 Maggio del 1950 Robert Schuman ci vide bene. La nascita della CECA era un primo passo verso l’Unione Europea, verso i cittadini degli Stati membri uniti nel sogno di un futuro senza confini.
Un futuro chiamato Europa: un avvenire che gli studenti degli Istituti Superiori di Galatina nella cornice del Palazzo della Cultura, hanno immaginato attraverso splendide rappresentazioni grafiche.
Le loro menti riempite dalla voglia di cambiare, hanno spaziato senza paura in quella che è per loro l’idea di Europa.
La Festa dell’Europa, grazie al coordinamento del Responsabile del Centro Eurodek Raffaele Astore e dei ragazzi del Servizio Civile “Circuitazioni”, s’è rivelato un evento fantastico dal punto di vista informativo, creativo, partecipativo.
Temi di grande spessore come l’integrazione sociale, gli scambi culturali, le politiche giovanili, sono stati affrontati nel workshop mattutino del 9 maggio scorso al quale gli alunni delle classe quarte hanno preso parte. Progetti costruiti da chi sente la responsabilità sulle spalle, da chi ha il dovere di credere che un’Europa senza Giovani non può esistere; progetti pensati e scritti con la libertà di coloro che vogliono volare sempre più in alto, abolendo muri costruiti per dividere e non unire.
Come quel muro di Berlino, buttato a terra a colpi di martello da persone che volevano unirsi, condividere i loro momenti importanti, rendere una Nazione compatta per camminare insieme verso nuove prospettive.
Come quella cartina dell’Europa, dove gli Stati, le Capitali, i monumenti diventano una cosa sola: diventano gli Stati Uniti d’Europa. Suona ancora un po’ strano: forse le nostre idee ancora troppo retrograde ci rendono morbosamente nazionalisti, chiusi allo “straniero”, diffidenti e ironici nei confronti di chi ha origini diverse.
Non è certo un problema di questi ragazzi, che di riconoscersi nella cittadinanza europea non hanno alcun timore reverenziale; al contrario, essi son convinti che solo con l’Unione vera e propria tra gli Stati membri si può uscire da questo tunnel infernale della crisi, si possono costruire Politiche giovanili, attraverso la creazione di posti di lavoro, di scambi culturali e l’abolizione di pregiudizi su razza o religione.
Questi sono i pensieri, i sogni della gente che spera, della gente che vuole sentirsi EUROPEA.

Lunedì, 27 Maggio, 2013 - 00:04