La gioia dell'incontro e il dolore del racconto. Dalla depressione oggi si guarisce

Si sa com’è, cresci insieme a coetanei con cui condividi tutto, scuola, tempo libero, sport ed insieme trascorri il tratto di vita più allegro e spensierato. Tanti, non li  dimentichi più ma capita di non rivederli più. Magari ogni tanto  è volata qualche parola di troppo, per un rigore mancato, un suggerimento sbagliato o forse non arrivato. Può succedere di abitare neanche tanto lontani ma di non vedersi quasi mai. Chissà dov’è andato a finire – pensi - in quale città si sarà trasferito? Poi ti capita di incontrarlo per caso, tra abbracci, ricordi e nostalgia.
Che vuoi, non siamo più gli stessi, siamo entrambi cambiati, ma lui molto di più. Succede – pensi.  Poi dopo i primi ricordi cominci a parlare del più e del meno, di lavoro, realizzazione di sogni, ma poi di preoccupazioni, di gioie e di dolori.  Vieni a sapere di un figlio avvolto in una profonda  “depressione”, di una famiglia che ha cambiato la sua vita, che ha vissuto solo per lui sino alla morte avvenuta non tanto tempo fa, dopo un calvario lungo 10 anni.
Non sai che dire, non sai che fare, dici cose banali – il Signore ha voluto così. Non basta, mi chiede di scrivere qualcosa, descrivere i drammi silenziosi di tante famiglie, l’angoscia e il dolore nel vedere i propri figli spegnersi senza poter fare nulla. Svegliare le coscienze.
Pensi tutta la notte cerchi di immaginare per quel che puoi, per quanto puoi. Lo senti vicino come tanti anni fa, ma senza neanche un sorriso. Speri di rivederlo, speri di riabbracciarlo, speri che la vita che a volte colpisce alle spalle, restituisca un po’ di pace, un po’ di luce, per farsi perdonare e forse amare.

Caro Piero, la depressione è una malattia subdola, terribile solo perché, come la maggior parte delle malattie del cervello, non viene socialmente accettata. Il diabete è 'politicamente corretto'. La carenza di serotonina, nell'immaginario collettivo, decisamente non lo è. Dalla depressione oggi si può guarire, con le medicine giuste, al dosaggio corretto. L'amore di chi è intorno all'ammalato è fondamentale ma non basta. La vicinanza al grande dolore del tuo amico deve tradursi in un'opera di informazione affinché nessuno venga mai lasciato solo e considerato diverso solo perché depresso.(d.v.)

Venerdì, 4 Ottobre, 2013 - 00:07