La Festa te lu Mieru e la sua storia

Si è tenuta ieri mattina, alle ore 11 a Palazzo Adorno, la conferenza stampa di presentazione della 42ma edizione della “Festa te lu mieru”: sono intervenuti il senatore Dario Stefano, la vicepresidente della Provincia di Lecce, Paola Mita, il sindaco di Carpignano, Paolo Fiorillo, la presidente dell’associazione “Festa te lu mieru”, Stefania Bolognese, il dottor Andrea Luvisi, in rappresentanza del nuovo corso di laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università del Salento.
«Tema principale di questa edizione è il teatro – ha spiegato Stefania Bolognese –: abbiamo deciso di raccontare la nostra storia partendo dall'inizio. Era il 1974, quando Carpignano ospitò il gruppo dell'Odin Teatret di Eugenio Barba, che decise di vivere un'esperienza di teatro sperimentale cercando di coinvolgere i carpignanesi attraverso le loro espressioni artistiche. Si rinnova ogni anno il legame tra vino e teatro, nel recupero di questa esperienza vissuta dalla comunità e tramandata di generazione in generazione. Quest'anno per la prima volta l'Università è presente in una sagra e il patrocino di Unisalento è di importanza fondamentale per rappresentare il connubio tra cultura e tradizione. L'associazione Festa te lu mieru è onorata di accogliere al proprio interno lo stand dell'Università del Salento, in cui gli ospiti potranno chiedere informazioni sul nuovo Corso di Laurea in Enologia e viticoltura. Particolare anche la scenografia: maschere appese lungo il percorso artistico e un cielo stellato di tappi di sughero che identificano il legame con il teatro, da un lato, e la vocazione vinicola di questo territorio, dall’altro. La festa te lu mieru è nata e continua a esistere grazie al lavoro di giovani volontari e alla comunità di Carpignano, che da più 40 anni porta avanti l'organizzazione della manifestazione: ciò è stato possibile grazie ai contributi economici degli sponsor. Vi è sempre stata, lo dico a malincuore, la latitanza delle istituzioni, salvo il Comune di Carpignano. È un gran peccato, però, che, nonostante il direttivo abbia presentato un progetto di sviluppo comunitario all'ufficio di presidenza della Regione Puglia, a oggi non si sia avuto alcun riscontro dall’ente regionale. Siamo fermamente convinti che la Ftlm può dare un contributo importante allo sviluppo economico del territorio e per questo chiediamo che la festa sia riconosciuta e sostenuta anche dalle istituzioni».
Grande apprezzamento è stato espresso dal senatore Dario Stefano: «La Festa te lu Mieru è un evento che da sempre considero come antesignano di un percorso che il Salento ha saputo costruire negli anni e che ha anticipato ogni processo di recupero della tradizione e della capacità produttiva. La Festa te lu Mieru è ancorata alla cultura produttiva, che è tornata a essere cultura identitaria. L'obiettivo adesso è misurarsi con questa identità e continuare a fare sì che sia il patrimonio delle nuove generazioni. Credo molto in questo percorso, anche perché sono redattore al Senato sul disegno di legge sull’enoturismo: il vino è diventato identità».
«Il vino è patrimonio del territorio e spiega perché sia necessario attivare il nuovo corso di laurea in Viticoltura ed enologia – ha detto il dottor Andrea Luvisi –. Il Corso dà opportunità di diventare enologi e agronomi junior, prevede una serie di seminari con esperti provenienti da ogni regione d'Italia, percorsi di degustazioni di vini nazionali e locali, visite in aziende. E dall’anno prossimo attiveremo anche una summer school dei vini rosati».
Le conclusioni sono state affidate al sindaco Fiorillo: «La Festa te lu Mieru è un’importante operazione di volontariato diffuso. Quella dell'anno scorso è stata una delle più belle degli ultimi 20 anni, perché si sono esibite idee e si è proceduto a far evolvere la tradizione: è un evento che racconta un momento di comunità e condivisione.  La Ftlm non è un'operazione culturale in senso stretto, pesca nella tradizione ma ha forte vocazione sociale. Era la festa di una comunità che sapeva occuparsi di se stessa: nessuno doveva stare indietro e tutti avevano diritto a festeggiare, come l’Odin Teatret ci ha trasmesso. Il vino era la conclusione di una stagione, del raccolto, la fine dell'estate. È stato un esempio di modernità perché non ha definito un percorso solo all'interno della comunità, ma ha ambito a uscire fuori dai confini strettamente territoriali, smentendo l'autarchia tipica di questo territorio. La storia di questa festa negli anni non è sempre riuscita ad adeguarsi ai cambiamenti, ma l’edizione 2017 prosegue nel solco dell’ottimo lavoro svolto dall'associazione Festa te lu Mieru».

 

 

Ftlm2017 è patrocinata dalla Regione Puglia, dall’Università del Salento, dalla Provincia di Lecce, dal Comune di Carpignano Salentino e dall’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina.

 

 

Mercoledì, 30 Agosto, 2017 - 00:05