La Cina è vicina ad Unisalento
Due progetti europei, due progetti cinesi, un progetto regionale in Puglia, mobilità tra Italia e Cina di circa 60 docenti e ricercatori, studenti di master e dottorato e di circa 30 imprenditori, tre conferenze internazionali – di cui una in Cina, svariati workshop e tre ulteriori nuove iniziative in cantiere per lo scambio di studenti e attività di networking. Sono i numeri della collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento e la Jinan University di Guangzhou, attiva da sei anni con il coordinamento del professor Claudio Petti: se n’è parlato nei giorni scorsi proprio in Cina, in occasione delle celebrazioni per la seconda Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo, su iniziativa del Consolato Generale d’Italia a Canton.
In una tavola rotonda appositamente organizzata dal Consolato, aperta dal Console Generale d’Italia a Canton Lucia Pasqualini e moderata dallo stesso professor Petti, se n’è discusso ragionando di “Nuovi percorsi dell’innovazione. Collaborazione internazionale tra scienza, tecnologia e innovazione”, alla presenza di rappresentanti del mondo accademico e industriale italiano (Università di Ferrara, c.MET.05, STMiscroelectronics e Luxottica) e cinese. Lanciati, in questo contesto, i “South-East Science, Technology and Innovation Symposia”, incontri annuali in programma tra UniSalento e Jinan University che hanno l’obiettivo di promuovere ed estendere le attività di ricerca congiunta e gli scambi accademici in tutte le discipline d’interesse e le rispettive reti di partenariato nazionali e internazionali. «La collaborazione con la Cina è nel nostro DNA», dice Claudio Petti, «Il modello di cooperazione che abbiamo creato assieme ai colleghi della Jinan si è da subito caratterizzato per concretezza e spirito autentico di condivisione di idee, competenze e progetti, a volte andando oltre le risorse disponibili, che siamo riusciti puntualmente a procurare attraverso attività di vero e proprio project financing. Lunghi e frequenti scambi di ricerca hanno permesso di conoscerci meglio e a fondo come ricercatori e come persone, e di allargare via via la nostra collaborazione dagli scambi di studenti fino alle visite imprenditoriali, fino al coinvolgimento di altri Dipartimenti. Il prossimo autunno, infatti, partiranno alla volta della Cina due colleghi dei Dipartimenti di Scienze dell’Economia e Storia Società e Studi sull’Uomo, per condurre studi sull’efficacia dei canali di trasferimento tecnologico e delle conoscenze con particolare riferimento al sistema universitario. Le nostre reti, inoltre, contano ormai oltre venti partner, accademici e non, dai quattro angoli del globo: oltre che dalla Cina, dal Vietnam all’Argentina passando per il Marocco e ovviamente l’Unione Europea. Un percorso virtuoso, insomma, che si fonda su un modello di cooperazione e accoglienza messo a punto in questi anni grazie – da una parte - alla strategia complessiva di ampliamento della cooperazione internazionale del nostro Ateneo e – dall’altro - agli sforzi dei colleghi dell’amministrazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione e dell’Ufficio Relazione Internazionali. Tengo a ringraziare in particolar modo la Prorettrice Mariaenrica Frigione, Delegata del Rettore all’Internazionalizzazione, e il professor Giuseppe Grassi per il continuo supporto».
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