La centralità di Galatina nel Tarantismo
Stasera Galatina riempirà il suo centro cittadino con la musica e il folklore della tappa de “La Notte della Taranta” (con Canzoniere Grecanico Salentino e Soffio dell'oltre). E l’occasione è più che mai ghiotta per una riflessione a tutto tondo, in particolare da parte dell’Amministrazione, sul fenomeno del Tarantismo e su quello che la tradizione legata a Galatina ha da insegnare, spronando a un ragionamento che parte da lontano.
Il 16 giugno scorso, presso il museo civico “P. Cavoti”, si è tenuto il convegno sul tema del tarantismo dal titolo “Nei ri-morsi della storia”. Un tema caro alla città di Galatina, tenutosi in un luogo, il museo civico, che accoglie oggi tutto il materiale e le opere sul tarantismo in un viaggio che accompagna il visitatore in un passato colmo di fascino. Tra i vari relatori era presente anche il professore Giancarlo Vallone, galatinese, che si è pronunciato in tal senso in modo chiaro: “Negli anni ‘60 il tarantismo era un fenomeno diffuso, - spiega - c’erano o c’erano state numerose pratiche risanatrici in molti luoghi salentini e pugliesi. De Martino (tra i maggiori esperti del fenomeno, ndr) lo sapeva. Eppure viene a Galatina perché ritiene che qui ci siano i due elementi che lo interessano: da un lato il rito pagano, ossia la malattia del tarantato e il ballo risanatore (a Galatina, però, il letterato Arcudi dimostra che il risanamento avviene per sputo medicinale delle donne guaritrici e il ballo è solo un conforto o lenimento); dall’altro, l’inserimento del rito pagano nel rito cristiano, il cosiddetto sincretismo: le tarantate vengono, ballano, soprattutto bevono l’acqua del pozzo, che è un succedaneo dello sputo femminile, ma la guarigione, nell’immaginario collettivo, e degli stessi malati, avviene ormai per grazia cristiana del santo, San Paolo, al quale nel frattempo sul sito antico del pozzo (già casa delle donne guaritrici, le Farina) era stata eretta una cappella. Nel tarantismo Galatina ha una centralità culturale, sia in senso antropologico che in senso scientifico, e la scelta di De Martino, uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento, non può passare inosservata”.
Il solco tracciato da Vallone è condiviso dall’attuale Amministrazione comunale che, sin dal suo insediamento, ha intrapreso la direzione che volge verso una prospettiva di studio del tarantismo, nello specifico del fenomeno galatinese, centro risanatore più importante del Salento. “Ripartire dalla propria storia – afferma il sindaco di Galatina, Marcello Amante - significa conoscere appieno la coscienza della propria città, renderla consapevole della linfa antropologica, sociale e culturale che scorre ininterrottamente lungo i suoi vicoli. Troppo tempo Galatina è rimasta assopita, quasi timida di fronte a un fenomeno, altrove, in continua ascesa. Galatina ha perduto sì la sua centralità mondana, ma mai quella socio-culturale. I tempi sono maturi per ripartire: e lo faremo prima con uno studio dettagliato, scientifico e analitico del fenomeno non trascendendo assolutamente da De Martino. È a questo punto che si porranno, poi, le basi solide per uno sviluppo e una ricerca altra della bellezza del fenomeno”.
Fa eco al pensiero del primo cittadino l’assessore alla cultura, Cristina Dettù: “Vero è che esistono diverse storie del tarantismo - dichiara - altri usi terapeutici, altre figure di guaritori o suonatori o di tarantate di altri luoghi del Salento. Eppure Galatina è ontologicamente imprescindibile per tale fenomeno. Ora non le resta che rivendicare, in primis a sé stessa, il ruolo centrale che le spetta”.
Per le immagini:
In copertina e la prima della gallery - foto di Luigi Chiriatti, scattate tra il 1970 e il 1992, tratte dal libro "Immagini del tarantismo - Galatina: il luogo del culto" a cura di Luigi Chiriatti e Maurizio Nocera, Capone Editore
Nella gallery, seconda immagine - foto di Paolo Longo, scattate nel 1976, tratte dal libro "Immagini del tarantismo - Galatina: il luogo del culto" a cura di Luigi Chiriatti e Maurizio Nocera, Capone Editore
Nella gallery, terza e quarta immagine - foto tratte dal libro "La terra del rimorso" di Ernesto De Martino, Est - ai piedi dell'altare della Cappella di San Paolo a Galatina, Filomena di Carfignano alterna periodi di riposo a declamazioni cerimoniali
Nella gallery, ultima immagine - foto tratte dal libro "La terra del rimorso" di Ernesto De Martino, Est - scena fuori dalla Cappella di San Paolo a Galatina
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