"La Cassapanca" a Santa Chiara: "una bella serata in una struttura che merita più attenzione"

L’ex monastero di Santa Chiara, in piazzetta Galluccio, nella serata di domenica 10 novembre, ha fatto da cornice ad una bella iniziativa: la presentazione del pregevole volume della nostra concittadina Maria Luce Papadia. Il titolo tutto un programma: “LA CASSAPANCA – Ricordi di un’infanzia salentina”: una sequenza di bozzetti di vita vissuta, di tradizioni antiche, di modi di dire e di fare, di arti e mestieri scomparsi, delle fasi del fidanzamento, del contratto di matrimonio, dell’esposizione della dote, del rito e dei festeggiamenti, di ricette tramandate a voce, di commediole dialettali recitate dai bambini delle scuole, cui l’autrice ha insegnato per anni, di “cunti”, raccontati dai nonni attorno a llu brasciere, d’inverno, ssettati a llu pazzulu nelle calde serate salentine, e tanto altro.
Un libro da gustare tutto d’un fiato! Azzeccata l’organizzazione della serata: gli intermezzi di musica popolare, del Natale e della Settimana Santa, lu Santu Lazzaru, in salentino e in grico, del duo “Imesta Griki”, hanno sottolineato i momenti salienti della presentazione del libro, curata dal Prof. Gino Rossetti, dalla Prof.ssa Alessandra De Paolis, con interlocuzioni della stessa autrice e la lettura di alcuni testi.
Unica nota (sic!) stonata: i primi segnali di abbandono di una struttura, il cui recupero all’uso sociale, e ai ricordi di quanti hanno frequentato i primi anni delle scuole elementari, è costato un impegno notevole di denaro pubblico e ci sono voluti numerosi anni per il restauro. Oltre alla mancanza di pulizia degli ambienti e della scalinata che porta nella sala del primo piano dove ha avuto luogo l’iniziativa, nella prima stanza dopo l’ingresso si possono notare “zzanguni” in vigorosa vegetazione tra i mattoni del pavimento.
Nella sala erano presenti il sindaco, Marcello Amante, e l’assessore al commercio, Nico Mauro; spero che anche loro abbiamo notato la situazione e vogliano con urgenza mettervi riparo. La decadenza di una struttura inizia così, lentamente.
La nota è mia, non coinvolge gli organizzatori né tantomeno l’autrice, e di cui non sono a conoscenza.
Ninì De Prezzo

Martedì, 12 Novembre, 2019 - 00:07