La Buona Notizia

“Se fosse permesso di ragionare in modo conseguente in fatto di religione, è chiaro che dovremmo farci tutti ebrei, poiché il nostro salvatore Gesù Cristo è nato ebreo, è morto ebreo, ed ha chiaramente detto che seguiva e praticava la religione ebraica. Ma è ancora chiaro che dobbiamo tutti tollerarci l’un l’altro, poiché siamo tutti deboli, sconsiderati, soggetti alla volubilità e all’errore”. Voltaire scriveva queste lapidarie considerazioni, nel 1764, nel Dizionario filosofico, alla voce ‘Tolleranza’.
“Per noi cristiani -spiega Papa Francesco nel suo messaggio per la 51ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali- l’occhiale adeguato per decifrare la realtà non può che essere quello della buona notizia, a partire da la Buona Notizia per eccellenza: il «Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio» (Mc 1,1). Con queste parole l’evangelista Marco inizia il suo racconto, con l’annuncio della “buona notizia” che ha a che fare con Gesù, ma più che essere un’informazione su Gesù, è piuttosto la buona notizia che è Gesù stesso. Leggendo le pagine del Vangelo si scopre, infatti, che il titolo dell’opera corrisponde al suo contenuto e, soprattutto, che questo contenuto è la persona stessa di Gesù”.
“Il cristianesimo non è (dunque) una dottrina, non è una teoria di ciò che è stato e di ciò che sarà nell’anima umana, ma è la descrizione di un evento reale nella vita dell'uomo” (Ludwig Wittgenstein).
“Ridestati, uomo, perché per Te Dio si è fatto uomo” -esortava Sant’Agostino. “Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio: sappi accogliere l'insegnamento di tanta umiltà, anche in un maestro che ancora non parla. Tu una volta, nel paradiso terrestre, fosti così loquace da imporre il nome ad ogni essere vivente; il tuo Creatore invece per te giaceva bambino in una mangiatoia e non chiamava per nome neanche sua madre. Tu in un vastissimo giardino ricco di alberi da frutta ti sei perduto perché non hai voluto obbedire; lui per obbedienza è venuto come creatura mortale in un angustissimo riparo, perché morendo ritrovasse te che eri morto. Tu che eri uomo hai voluto diventare Dio e così sei morto; lui che era Dio volle diventare uomo per ritrovare colui che era morto. La superbia umana ti ha tanto schiacciato che poteva sollevarti soltanto l'umiltà divina. (Discorso 188,3).

da in...Dialogo Dicembre 2017

Lunedì, 25 Dicembre, 2017 - 00:07