La bottega dei libri in via Vittorio Emanuele II a Galatina

'Fiordilibro' di Emilia Frassanito sulla guida Lonely Planet di Puglia e Basilicata

Nella Lonely Planet della Puglia e Basilicata edizione 2013 -40 anni di edizioni nelle guide turistiche-, compare una accurata segnalazione ai turisti che amano le librerie con l’aria d’antan: “In Salento o più in generale durante il vostro viaggio in Puglia vi si è risvegliata qualche passione o più semplice curiosità, rispetto a un sito archeologico, un posto particolare, un’usanza, una festa, una cattedrale? Allora approfittate della gentilezza e della conoscenza di Emilia, che aprendo la sua libreria ha voluto dare un seguito ai suoi studi universitari in archeologia classica. E così ha riempito gli scaffali con vari testi sul territorio, li ha addolciti poggiando di qua e di là qualche leccornia zuccherina tipica, e li ha colorati di qualche libro per l’infanzia”.
Tanti anni fa, poco distante, nasceva in via Umberto la Libreria Athena, libreria storica di Galatina, fondata da Raffaele Pajano e inaugurata il 29 marzo 1958 alla presenza di molte personalità della cultura tra cui Girolamo Comi (nel luglio del 1960 è stata poi rilevata da Piero Viva e, l'1 gennaio del 2000, si è trasferita in via Liguria). Attività che continuava idealmente, nella distribuzione del libro, l’arte tipografica che molto deve a Paolo Vernaleone (il quale a sue spese impiantò una tipografia per la stampa de Il Salento) e a Ruggero Rizzelli, ma anche ai tipografi professionisti di cui esisteva una significativa presenza a Galatina.
In via Vittorio Emanuele II c’era una bottega, la “Cartolibreria Mengoli”: era una rivendita di  quotidiani, periodici, riviste, giornaletti per bambini, libricini di fiabe insieme a giocattoli e lì dentro era sempre meraviglioso entrare perché c’era quel piccolo mondo che odora di carta che ai bambini piace tanto. Sulla destra c’erano dei banchi alti di legno su cui erano disposti tutti i  giornali e a sinistra delle scaffalature con i giornalini per ragazzi, i libri di fiabe, le bustine con le bilie di vetro colorate. A Natale si riempiva di scatoli con stelle filanti, luci per l’albero e pupi da presepe, quelli di creta che oggi non si trovano quasi più.
Seduti sullo sgabello c’erano due presenze istituzionali della rivendita: Nicola La Viola e il sarto Stomeo.
Ti era concesso di osservare e anche se la scelta tardava a concludersi il negoziante attendeva.
Emilia Frassanito, archeologa, laureata con D’Andria -tesi sulle fornaci di ceramica in Magna Grecia- collaborazioni con numerose Soprintendenze e musei - ha raccolto questa eredità di atmosfere semplici e impegnate.
L’odore di carta c’è ancora, quello autentico,  ben lontano dalle esalazioni delle vernici usate per le copertine patinate dei best-seller e si mescola con quello della fascina posata sullo scaffale della letteratura per l’infanzia; sopra di essa il cappello delle streghe, appesa allo stipite, la cartella di scuola e la foto della classe alle elementari. Non è la solita letteratura per l’infanzia: se si ammira il bel libro con copertina cartonata e si legge l’autore si comprende che qui niente è per caso: è un racconto di Josè Saramago, accanto a manuali del piccolo archeologo e La Portinaia Apollonia di Lia Levi da cui è nato un laboratorio per ragazzi.
La scelta di qualità è la politica di Emilia: il suo gesto è il medesimo che si compie al mercato dei fiori, i fiori acquistati per i suoi ospiti. Non ci si sente semplici acquirenti da Emilia perché già dalle attività proposte nel lontano 2004, anno in cui dà l’avvio al negozio, l’obiettivo consapevole era quello dell’incontro dell’aggregazione, dello spirito associazionistico e della promozione della cultura del territorio e in tale spirito rientrano le collaborazioni con le associazioni.
Lo scaffale dei salentini fu già dai primi giorni protagonista: Bodini, Rina Durante, Maria Corti (salentina per vocazione), Girolamo Comi, Pagano, Salvatore Toma, Aldo Vallone, Donato Valli, Michele Saponaro, Lucio Romano, Antonio Verri, Antonio Errico e alcuni meridionalisti.

Incontri con l’autore (tra cui Ferdinando Boero, Enzo Quarto, Franco Ungaro, Melanton, Maria Pia Romano, Raffaella Verdesca, Ada Fiore, Catena Fiorello), promozione di eventi con finalità sociali come quello organizzato in memoria di Renata Fonte presso la Biblioteca civica, aperitivi letterari, promozione di giovani scrittori, collaborazione con tutte le case editrici salentine, le hanno creato intorno una cerchia di estimatori che annovera presenze straniere: londinesi, francesi oltre agli amici toscani e dell’Emilia Romagna che le fanno visita durante i loro soggiorni nel Salento.
“Il Salento è diventato un brand di moda” sostiene giustamente Emilia, ma i libri sono di più, tutti lo sappiamo: “mi si è aperto un mondo”. Passione e apprezzabile professionalità quale abbiamo già letto nelle recensioni di Rossano Marra e di Michele Sturzi, autore del bel Il mangialibri, hanno fatto il resto, Melanton le ha disegnato il logo: un fiore con un libro al posto della corolla.

La grande distribuzione, tuttavia, con le promozioni al 30%, calmierate con le nuove leggi e che dunque non superano il 10, 15%, non facilitano i librai, eppure, in controtendenza alla crisi, nella bottega di Emilia, il tuo acquisto verrà sempre confezionato in sacchetti di carta (a volte vere e proprie shopping) o altro materiale, magari con un fiore all’uncinetto al posto del nastrino. Vari artisti hanno scelto la libreria come location per le loro opere: Luigi Latino, Pantaleo Musarò, Enzo Congedo, Pietro Coroneo, Tonino Baldari. Riconosceremo gli interni del negozio nel film A Sud di New York (2011) girato  in parte a Galatina.
Un editore salentino, che quest’anno festeggia i venti anni di attività, mi confessava: “Ora come ora devi chiederti quanto sei disposto a perdere, non a guadagnare: io scommetto tutto!” il coraggio che l’ha contraddistinto fin dall’inizio l’ha premiato, al momento infatti, è uno dei più accreditati. La sua presenza sconfortata alla Città del Libro di Campi nel passato, ha lasciato il posto alla grinta del leone o per dirla chiaramente all’ululato del lupo.
Se Vanni Scheiwiller ha scelto il Salento prima di andarsene un motivo ci sarà, da uomo raffinato qual era ha percepito che in luoghi remoti come i nostri, i veri sponsor di editori e librai sono i lettori, gli estimatori più ricercati e selettivi, gli autori.
“Il mio catalogo insomma è alla ricerca del buon lettore a sua volta alla ricerca dei “libri sommersi”, stanco di un’editoria plagiata (da altre industrie) che non lo considera affatto: eppure è l’utente. Il mio lettore, a difesa di se stesso, della sua privacy nelle ore di lettura a casa sua, vuole qualcosa che sia oltre il libro che ottiene più successo in quanto capace di interpretare l’esigenza della moda (non necessariamente letteraria) e della logica industriale.”(I miei libri così liberi e inutili, Il Sole 24Ore, 24 marzo 2013).
La lettura appassionata è un mezzo di trasporto per agire ruoli paralleli, così lo ha sempre inteso l’autrice di questo passo: “Il lettore insegue lo scrittore e non sa che nel gioco dell’inseguimento lo scrittore si traveste da lettore e il lettore da scrittore. Fino a quando, l’uno e l’altro, dimenticarono dove, e quando, partirono. Fino a quando altri inseguitori, altri scrittori lettori, non confonderanno le loro già incerte orme.”(T.Ciulli, per Marco Polo per Kublai Kan per Italo Calvino e per me. Le azioni di un lettore: visioni e scritture di Teresa Ciulli., Bari, 1999, Palomar Eupalinos, collana diretta da Pasquale Guaragnella).

Mercoledì, 31 Luglio, 2013 - 00:07