La ASL Lecce è fra i 500 enti che pagano prima
La ASL Lecce, in quanto a rapidità dei pagamenti ai fornitori, è tra i 500 Enti pubblici più “virtuosi” d’Italia. La conferma arriva dalla recente classifica stilata dal MEF, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che monitora annualmente i tempi di pagamento delle 22.200 Pubbliche amministrazioni registrate. La ASL Lecce nel 2018 ha fatto registrare ottime performance sia nel tempo medio di pagamento, 32 giorni, sia nel tempo medio di ritardo, meno 31 giorni, misurato rispetto alla soglia massima prevista dalla normativa (30 giorni per tutte le PA, 60 per le aziende del servizio sanitario). Notevoli i volumi di fatture “lavorate” dall’Area Gestione delle Risorse Finanziarie, diretta da Giuseppe Gioffreda: 119.332 per un importo di oltre 734 milioni di euro, di cui è stato liquidato il 95% pari a oltre 659 milioni di euro. Cifre e prestazioni che attestano l’ASL Lecce al 443° posto in Italia tra i “virtuosi” per il tempo medio di pagamento – ma tra le aziende sanitarie, solo una dozzina fanno meglio - e al 10° assoluto per il tempo medio di ritardo, oltre che al primo posto in Puglia per entrambi i parametri tra le aziende sanitarie. Per il Direttore Amministrativo della ASL Lecce, Antonio Pastore, si tratta di segnali doppiamente incoraggianti: “Questi dati - spiega – certificano che la nostra macchina amministrativa sta funzionando bene nonostante gli organici ridotti, in particolare l’Area Risorse Finanziarie con la collaborazione dei Centri di Spesa aziendali, ovvero delle strutture deputate alla liquidazione delle fatture. Ma i numeri sono anche il sintomo della capacità della ASL di fare da volàno all’economia locale, perché le fatture pagate con tempestività ai fornitori rappresentano una salutare iniezione di liquidità per il sistema economico che, spesso non a torto, lamenta ritardi e lentezze nei confronti della Pubblica amministrazione. Nel caso della ASL Lecce, invece, la “lista d’attesa” dei pagamenti è ridotta praticamente a valori fisiologici, se non del tutto azzerata”. Per leggere bene i dati del report – fa notare il Ministero dell’Economia – è necessario spiegare che essi si riferiscono ai tempi di pagamento con i quali, alla data di osservazione, le pubbliche amministrazioni hanno smaltito le fatture ricevute dai propri fornitori nel corso del 2018, rilevati sulla base delle comunicazioni di pagamenti effettuate sulla Piattaforma per i crediti commerciali (PCC). Il MEF, inoltre, precisa che il tempo medio di pagamento è un dato diverso dall’indicatore di tempestività dei pagamenti – ITP, che le pubbliche amministrazioni sono tenute a riportare nei rispettivi siti istituzionali, ai sensi del DPCM 22 settembre 2014, perché quest’ultimo si riferisce alla tempistica di tutti i pagamenti effettuati nel periodo considerato, indipendentemente dalla data di ricevimento delle fatture passive.
Tweet |