Io un giorno m'imboscai

Gentile direttore, se dovesse ritenere questo mio intervento inopportuno, cestini pure quanto le scrivo. Se però pensa che la leggerezza di questa lettera possa in qualche modo essere condivisa, la prego di portare all'attenzione dei suoi lettori le mie semplici osservazioni.
Sicuramente scatterà qualche risata e ci sarà chi storcerà il naso, ma non mancherà chi ne condividerà il contenuto. A Galatina non ci sono più luoghi tranquilli in cui vivere un po' di intimità o, per lo meno, è diventato molto difficile appartarsi con il proprio partner. E' sicuramente un bene che le periferie della città siano state ben illuminate, ma di fatto tante zone un tempo in penombra che a lungo hanno accompagnato ore in auto insieme al proprio compagno o alla propria compagna, con la musica dell'autoradio di sottofondo, sono svanite.
Mi dirà che stanno cambiando i tempi più dei luoghi. Anche questo è vero. Adesso è più semplice trovare un'abitazione per condividere del tempo. Ma, diciamoci la verità, il fascino del "nascosto", dell'orologio da controllare, degli sguardi indiscreti da evitare e dell'emozione del "proibito", si è perso. Le strade intorno al campus scolastico o alla via di Lecce o la zona nei pressi dell'Ipsia non hanno più un'atmosfera adatta a momenti romantici. Troppa luce, troppe case, troppo via vai. Ripeto, è un bene per la serenità della città stessa. Ma chi vuole appartarsi senza correre pericoli di zone troppo isolate e lontane dal paese, cosa deve fare? Rinunciare a priori a qualcosa che tra qualche anno ricorderebbe con dolcezza?
La lascio con questa riflessione su un problema che problema poi non è, ma parlare a volte anche di queste cose meno "pesanti" non guasta, secondo me.

Grazie.

Giovedì, 23 Giugno, 2016 - 00:08