Io non m'aspettavo tanto

Quando finalmente tornai al mio paese, avevo ancora addosso e mi rimase per molto tempo, la paura di doverlo ancora abbandonare. Ero troppo legato alla mia terra, ai suoi profumi, ai suoi sapori. L’idea di dovermene staccare per qualche motivo, mi dava preoccupazione e tristezza, l’idea di dovermi spostare per un lavoro,  così difficile da trovare,  mi faceva stare un po’ in pena, un po’ in ansia.   Erano tempi di grande emigrazione al Nord,  alla FIAT  e alla PIRELLI c’era lavoro per tutti.
Quando  finalmente mi capitò all’improvviso l’ “occasione”, la caricai di tutta l’energia e la volontà che Dio in quel momento mi diede. Da allora in poi non mi son più fermato. È trascorsa così, all’improvviso,  una così gran quantità di tempo che il solo  pensiero fa venire i brividi, quel  tempo che ho cercato di non sprecare, che ho cercato di non buttare, che ho cercato di vivere.

 

Sorprendendomi ogni giorno,
meravigliandomi ogni giorno,
crescendo ogni giorno.
Scrivendo  su fogli che ho strappato,
scrivendo su fogli che ho conservato, 
scrivendo del tempo che ho attraversato. 
E oggi sono ancora qua,  a correre sul filo dell’entusiasmo, dell’ottimismo
e se un giorno disegnassi la vita
sopra un foglio con una matita, 
scriverei una cosa, una soltanto: 
io non m'aspettavo tanto.. 

Lunedì, 3 Marzo, 2014 - 00:06