Indagini serrate per scoprire l'organizzazione a cui apparterrebbero i due bulgari arrestati a Galatina
“Questo è un posto in cui vediamo di tutto. Ci mancava anche questa”. Un signore con i capelli bianchi si affaccia sulla porta di casa e commenta così la notizia che la Polizia ha arrestato due giovani bulgari perché avevano piazzato i dispositivi necessari per clonare le carte postamat dei clienti dell’Ufficio postale di via Corigliano a Galatina. Gli agenti del Commissariato diretto dal vicequestore Giovanni Bono, martedì intorno alle ore 19, hanno colto sul fatto Emil Angelov, nato in Bulgaria, di 24 anni e Mario Yanev, anch'egli bulgaro e ventiquattrenne, e domiciliati a Monteroni di Lecce. Per loro sono scattate le manette perché accusati di avere installato apparecchiature atte, in sostanza, a copiare i dati delle tessere che venivano inserite nell’apposita fessura del dispositivo Atm di via Como.
In realtà gli uomini della Polizia avevano notato che sulla fessura della postazione ATM era stato applicato un dispositivo diverso da quello che era già stato controllato in precedenza (la zona era sorvegliata dopo che, a partire da ottobre 2013, alcuni correntisti avevano segnalato ammanchi sul proprio conto postale). Due giovani sono subito stati notati dagli agenti perché si trattenevano nella zona e, dopo essere passati a piedi davanti allo sportello Postamat, con fare sospetto, avevano raggiunto un’autovettura parcheggiata poco distante.
Erano, appunto, le ore 19 quando i due bulgari coprendosi tra di loro si sarebbero avvicinati all’Atm per rimuovere gli apparecchi applicati. Gli uomini della Polizia li hanno allora rincorsi, bloccati e trasferiti in Commissariato. Hanno, poi, perquisita e successivamente sequestrata, la Mercedes 190 dei due giovani. Anche il materiale elettronico rinvenuto nell’auto è stato sequestrato.
I dispositivi più importanti sono lo Skimmer in plastica di colore verde con la forma a becco d’anatra, con inseriti all’interno chip elettronici, che sarebbe stato installato sulla fessura di inserimento ed espulsione delle tessere magnetiche dello sportello, ed una barra in lamiera pressopiegata al cui interno erano fissati, con silicone e collante, una scheda elettronica completa di memoria SD, tre batterie stilo ed una microcamera rivolta verso il minuscolo foro rilevabile su uno dei due lati della barra.
Altrettante attrezzature sono poi state trovate e sequestrate nell’abitazione dei due a Monteroni. Si tratterebbe di computers, tablet, telefoni cellulari, tessere bancomat e chiavette per il collegamentio ad internet. Sembra verosimile che i due appartengano ad un'organizzazione nazionale abbastanza ramificata ed attrezzata. Secondo il consulente della Procura di Lecce occorre un informatico molto esperto per trasferire i dati prelevati fraudolentamente dalle apparecchiature di registrazione alle tessere. Le indagini sono dirette anche a capire se almeno uno dei due bulgari sia la stessa persona che, indossando un giubotto nero, è apparso in alcune video registrazioni di altri sportelli Bancomat della provincia.
I due arrestati, su disposizione di Antonio NEGRO, sostituto procuratore di turno, sono stati trasferiti nel carcere circondariale di Lecce.
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