"Impianto di compostaggio fra Galatina e Soleto? Va ristudiato"

La decisione della Regione Puglia di dare avvio alla realizzazione di un impianto di compostaggio a Soleto, pubblicizzata nei giorni scorsi, ha risvegliato l’irrinunciabile tentazione di alcuni di fare confusione e di sparare nel mucchio in cerca di visibilità riflessa. L’individuazione del sito nasce da lontano e parte con la candidatura di Galatina, presentata durante l’Amministrazione Montagna, in cui la sottoscritta era Assessore all’Ambiente, nel rispetto del Piano Regionale dei Rifiuti, che prevedeva tre impianti di compostaggio di circa 30.000 tonnellate ciascuno nella Provincia di Lecce.
Tale candidatura, prevista come ottimale dallo stesso Piano, per la posizione geografica di Galatina rispetto alla zona centrale del Salento ed al sistema di viabilità esistente, scontava, però, la mancanza di un sito comunale immediatamente individuabile e disponibile su cui realizzare l’impianto.
Per tale motivo fu determinante la sinergia e la concordia di intenti che si sviluppò tra il Comune di Galatina, che aveva ufficializzato la candidatura, il consorzio ASI, di cui il Comune è membro, proprietario dell’area indicata come sede su cui realizzare l’impianto, ed il Comune di Soleto, nel cui agro la stessa ricade.
In tal modo il Comune di Galatina era, e resta anche oggi, attore fondamentale e necessario, unitamente all’ASI ed al Comune di Soleto, per la realizzazione, l’individuazione della tipologia, il controllo e la convenzione di gestione dell’impianto che potrà nascere solo dall’accordo dei tre soggetti.
Diversamente Galatina non avrebbe avuto alcuna possibilità di candidarsi come sito dell’impianto.
Da quanto apprendo, con preoccupazione, dalla stampa, la Regione ha modificato i criteri di realizzazione degli impianti, riducendo da tre a due il loro numero per la Provincia di Lecce e aumentandone la portata da 30000 a 50000 tonnellate, trasformando quello che nasceva come un medio impianto, in un grande impianto industriale a scapito della sua sostenibilità in termini di impatto ambientale.
E’ chiaro che, modificando la previsione, ora si riapre la discussione sulla valutazione dell’impianto, sulla sua sostenibilità, sull’opportunità della sua realizzazione in relazione alle sue dimensioni.
Questo tipo di analisi ci si dovrebbe aspettare da chi rappresenta la città, tanto che sieda in maggioranza quanto all’opposizione, e non assistere a sterili, inutili e infondate beghe di campanile, lamentando un inesistente scippo di sovranità, perché non si è in grado di accorgersi del ruolo fondamentale e determinante che svolgerà il Comune di Galatina in tutta la vicenda.
Ma, ovviamente, per pretendere questo, dovrebbe essere necessario che chi siede in Consiglio Comunale sia in grado di fare politica ed avere una visione politica di sviluppo di questa città, ma questo non sempre accade, anzi per alcuni questa lacuna è un tratto fondante del curriculum.

 

Domenica, 17 Giugno, 2018 - 00:07