"Il Veneto ha dovuto subire l'epidemia, la Puglia l’aspettava"

Il capogruppo regionale di FdI replica a Pier Luigi Lopalco

“Caro Lopalco, non è in discussione la strategia del contact tracing che ritengo fondamentale e che richiede in Puglia un potenziamento. E' in discussione la lettura che tu dai dei numeri in rapporto alla modalità e ai tempi di sviluppo dell'epidemia in Veneto e in Puglia. Il Veneto l'epidemia ha dovuto subirla, la Puglia l’aspettava e l'esperienza del Veneto ed in generale del NORD avrebbe dovuto insegnarci molto e non doveva coglierci impreparati, ma Emiliano all’epoca giocava a mostrarsi accanto ai direttori generali nelle sottoscrizioni dei contratti di assunzione.
“Ti sfugge, però, ed eviti di commentare il dato della mortalità specifica da COVID19 che nel Veneto è dell'8,48% molto più bassa di quella della Puglia che è del 10,43%. Ti sfugge che in Veneto sono stati fatti ad oggi 8,14 tamponi ogni 100 abitanti quando in Puglia sono stati fatti ad oggi 1,76 tamponi ogni 100 abitanti e che in Veneto l'efficacia dei tamponi è superiore (7.98 casi positivi sul totale dei casi testati con tamponi) rispetto alla Puglia che è ferma al dato di 6,10. “La strategia del contact tracing, ti ripeto non è in discussione, è in discussione la tua impostazione. Mentre in Veneto il caso positivo da cui partire per avviarlo lo vanno a cercare come vuole l'OMS, tu aspetti che il caso positivo appaia e si slatentizzi da solo per avviare il contact tracing. In questo modo sfuggono gli asintomatici e i paucisintomatici che oggi, nella fase due, rappresentano il punto critico di controllo. Insomma, in Veneto anticipano l'evidenza, tu la insegui.
“E quando mi parli del focolaio in un'azienda in Puglia, quel focolaio è stato determinato da portatori asintomatici e quando mi parli dei focolai delle RSA-RSSA in Puglia, quei focolai sono stati determinati dall'ostinazione di Emiliano di tenere a casa i medici di medicina generali il cui compito è l'assistenza agli ospiti e dall'assenza di tamponi che la Puglia avrebbe dovuto fare negli operatori sanitari e non ha fatto e ciò ha causato morti evitabili.
“E se si è contaminato l'Ospedale di Castellaneta è perché è stato negato un tampone ad un medico. Vuoi che quello che è successo nei luoghi di cura succeda anche all'interno dei luoghi di lavoro delle nostre realtà produttive? “Ho posto un problema reale che nella fase 2 si presenterà nei luoghi di lavoro: per norma il lavoratore che ha una temperatura corporea pari o superiore a 37,5° deve astenersi dal recarsi al lavoro e contattare il Medico Curante. Ora, ho chiesto: se il medico curante anche sentendosi con il Medico Competente Aziendale, ben sapendo che il virus si annida anche nei paucisintomatici e negli asintomatici, chiederà un tampone per essere certo che il suo assistito non sia un portatore asintomatico o paucisintomatico, questo tampone sarà concesso o sarà centellinato o negato come a quel medico di Castellaneta?
“Tu mi dici che non si fa il tampone, c'è sorveglianza sanitaria attiva e la quarantena per 14 giorni e quindi assenza dal lavoro. In pratica, hai messo in ginocchio un'azienda già in difficoltà pur di centellinare un tampone.
“Il tessuto produttivo pugliese purtroppo è costretto a constatare come la scienza a volte e come in questo caso è distante dalla realtà della vita quotidiana e come molto spesso ci si dimentica delle difficoltà di chi, nel fare impresa e nel dover quadrare i propri bilanci tra tasse, fitti, IMU, TARI, contributi e stipendi per i lavoratori, deve e vuole osservare le norme a tutela della salute dei propri dipendenti per motivi etici ma anche per responsabilità civili e penali. Per voi, rispetto a tutto questo, vale più il risparmio di un tampone!
“Mi spiace che tu voglia fare il parafulmine delle inefficienze del sistema Emiliano che si distingue per primati negativi ma, ritornando al Veneto, il problema non è solo nei numeri, è anche e soprattutto nella efficienza e nella rapidità di esecuzione e di refertazione del tampone, è nell'organizzazione dei servizi, è nella presa in carico del caso positivo, è nell'affiancamento al sistema produttivo. “Pensavo che a penalizzare il tessuto produttivo pugliese bastasse solo Emiliano, mi spiace prendere atto che anche la scienza si mette a remare contro”.

"Il numero di casi e di catene di contagio in Puglia non è confrontabile con quello del Veneto" (Lopalco)

Venerdì, 8 Maggio, 2020 - 00:05