Il salvatore...scalzo

Caro direttore,
in merito ad una nota apparsa il 9 maggio corrente su questo portale, va precisato che la “sfida personale affrontata e vinta” da chi nel recente passato è stato dichiarato decaduto, ai sensi dello Statuto della Showy Boys per avere disertato consecutivamente per più di tre volte le riunioni di Consiglio Direttivo (ma soprattutto perché non in linea con il codice etico e morale della stessa Associazione ed oggi vuole fregiarsi di un traguardo, ottenuto con sacrificio e merito da altri), è solo una trovata pubblicitaria.
Il giudizio dato a se stessi è in linea con la persona, egocentrica e arrogante, che ha sempre seguito interessi personali e che dei risultati sportivi ottenuti da altri si è servito per raggiungere propri fini. Chi si è dato la patente di… salvatore della patria crede di essere un novello Atlante e di poter sollevare la Terra con le sue sole forze. La Showy Boys è innanzitutto un’Associazione che non ha fini di lucro e che svolge sul territorio, da quasi cinquant’anni (con una breve interruzione) una funzione sociale che nessun altro può vantare a Galatina. Gli oltre cento ragazzi che frequentano assiduamente la “scuola” nata nel 1967 sono educati da maestri veri selezionati e scelti per le loro competenze tecniche, ma soprattutto per il tratto umano (chi non ha queste due qualità non può più far parte della nostra famiglia): solo chi merita la fiducia dei dirigenti e dei genitori dispone di un vasto “vivaio” e può fregiarsi di meriti sociali e non solo sportivi, per altri tesi esclusivamente al lucro.
Chi semina spine non può che pungersi i piedi se cammina… scalzo (credendo di superare i poteri del Salvatore), rischiando addirittura – se continua a calunniare – di dover risarcire pure i danni di immagine!

 

In mancanza (momentanea) del direttore, prendo io la parola, ma soltanto per una piccola nota che spero possa essere non un monito, ma un invito a perseguire una strada, quella dell'impegno leale, che lo sport dovrebbe percorrere a priori, contro tutto e tutti.
Lo "scontro" verbale, rivestito di amarezze, delusioni, ragioni più o meno valide da una parte e dall'altra, rischia di rovinare qualcosa di bello come quello che la pallavolo è in grado di creare in un gruppo sano di atleti che hanno l'unico scopo di giocare e crescere insieme.
Per "par condicio" è stata pubblicata anche la suddetta lettera, ma spero vivamente che non ci sia un seguito a questo strascico e soprattutto che gli animi si plachino nel rispetto dei traguardi che si vanno a raggiungere attraverso il sudore del campo.
Un grosso in bocca al lupo a entrambe le realtà.
V.Chi.

 

 

Martedì, 10 Maggio, 2016 - 00:04