Il Piano di emergenza comunale di Protezione civile è una realtà. Aperta la sede del Centro operativo

"Galatina non potrà essere un COM", l'assessore provinciale Stabile rovina la festa

Galatina - “Chi ama il suo territorio lo difende. La Protezione Civile è innanzi tutto dei cittadini e poi per i cittadini. In Puglia, proprio grazie alla loro collaborazione, stiamo facendo grandi passi avanti”. Guglielmo Minervini, assessore regionale, interviene in via Montegrappa 8 dove si inaugura la nuova sede dei volontari galatinesi. “Nei tre mesi estivi, quest’anno si sono sviluppati 5200 incendi, 600 in meno dello scorso anno ma soprattutto si è dimezzata la superficie boschiva che è andata distrutta” –sottolinea.
È rimasto molto farevolmente impressionato, e lo confessa, dal nuovo Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile, redatto dall’ingegnere Fabio De Pascalis e presentato da Antonio Orefice, dirigente responsabile del settore, in un convegno presieduto dal Sindaco Cosimo Montagna.
“Adesso abbiamo tutte le carte in regola per diventare un COM, Centro Operativo Misto, (in sostanza un comune che coordina altri, ndr) –dice l’assessore Alberto Russi. “Impossibile! Abbiamo già scelto Nardò”. È Renato Stabile, assessore provinciale, a dare la notizia che un po’ rovina la festa e suscita qualche mormorio in sala.
Arriva Giuliana Perrotta, Prefetto di Lecce (“non potevo mancare a questa inaugurazione”) e dalla sala una combattiva Daniela Vantaggiato le lancia il suggerimento “Galatina-COM”. “Ha tutte le caratteristiche per diventarlo”- è la replica del Prefetto.
L’ingresso alle sale COC (Centro Operativo Comunale) galatinese è dal retro dell’edificio. Un piccolo corteo composto fra gli altri da tanti volontari, alcuni consiglieri e dirigenti comunali, il comandante dell’Aeroporto e rappresentanti delle Forze Armate e di Polizia lascia la sala e si muove verso il cortile dove è stata apposta una targa.
Fra’ Rocco Cagnazzo, parroco di Santa Caterina d’Alessandria, benedice la struttura ed invita a pregare per gli uomini e le donne che vi opereranno.

Il Piano di Emergenza Comunale
Galatina è stato il primo comune della Provincia di Lecce a consegnare alla Prefettura il nuovo Piano di Emergenza Comunale ed a dotarsi di un COC (Centro Operativo Comunale) dotato di un apparato di radiotrasmissione di ultima generazione conforme agli standard fissati dalla Regione Puglia, che ha finanziato con € 70.000/00 l’acquisto delle nuove attrezzature.
Il Piano d’Emergenza Comunale parte dall’analisi e dalla conoscenza del territorio per esaminare le relative pericolosità e rischi. "In particolare sono state considerate -spiega il progettista, ingegner Fabio De Pascalis- le esposizioni al rischio idrogeologico ed a quello d’incendio, con elaborazioni cartografiche su base GIS (sistema informativo territoriale). Sono state quindi illustrate le procedure operative di gestione delle emergenze".
Ogni Comune deve dotarsi (L.100/2012) di un “Piano di Emergenza Comunale” che si evolva e si adatti al modificarsi del territorio. Basato su un profondo studio e conoscenza dei luoghi, il piano individua gli specifici scenari di rischio e definisce i relativi modelli di intervento.
I redattori del piano, di concerto con gli uffici della Polizia Municipale, hanno quindi condotto un censimento: delle strutture esposte (ospedali, scuole, strutture ricettive, musei, biblioteche, istituti religiosi); delle strutture strategiche (fonti di approvvigionamento idrico; stazioni delle forze dell’ordine; farmacie; aeroporti ed eliporti; centrali elettriche; ecc.) valutando gli scenari di rischio relativi ai possibili eventi calamitosi naturali ed antropici quali ad esempio, i rischi dovuti ad allagamenti ed alluvioni ed incendi.
Attribuendo pesi differenti pesi alla vulnerabilità dei luoghi (un ospedale è più vulnerabile di un depuratore) ed alla magnitudo dell’evento, grazie all’utilizzo di sistemi geografici territoriali (GIS) si sono quindi redatte, per i differenti scenari di rischio valutati, le carte del rischio.
La conoscenza del territorio è pertanto la base per la definizione delle procedure operative di intervento. Il tutto all’interno di un sistema di protezione civile che, coordinato a livello regionale, trova la dimensione comunale nel Centro Operativo Comunale (C.O.C.), sede fisica di riunione delle diverse funzioni di protezione civile.

Il Piano individua infine, sul territorio comunale, le aree di ammassamento (luoghi di raccolta di uomini e mezzi necessari alle operazioni di soccorso alla popolazione), di attesa (Luoghi dove è garantita la prima assistenza alla popolazione immediatamente dopo l’evento calamitoso o, successivamente, alla segnalazione della fase di preallarme (piazze, parcheggi, spazi pubblici o privati ritenuti idonei e non soggetti a rischio) e di accoglienza (Luoghi in grado di accogliere la popolazione allontanata dalle proprie abitazioni per brevi, medi e lunghi periodi (strutture ricettive, scuole, palestre, tendopoli, etc.)

"Certamente il sistema della Protezione Civile è un sistema integrato, che per funzionare ha bisogno dell’apporto sia delle istituzioni sia dei cittadini, che non solo col  volontariato, ma anche con l’attiva  vigilanza sul territorio e la segnalazione di anomalie e criticità, possono attivamente contribuire al suo corretto funzionamento per la salvaguardia di tutti" -sottolinea l'ing. De Pascalis.

 

Mercoledì, 25 Settembre, 2013 - 00:07

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