Il misterioso nome della nuova pagnotta di Roberto

Pomodoro, acciughe, capperi, olive nere, peperoncino e prezzemolo. Sono questi gli ingredienti base degli spaghetti ‘alla puttanesca’. Da sabato scorso sono anche il condimento di una nuova ‘pagnotta’ ideata da Roberto Notaro. La forma è quella di un grosso chicco di grano o di una patata piuttosto schiacciata. La farina è la semola di grano salentino. La cottura avviene rigorosamente sulla pietra del forno a legna. Il risultato è un pane squisito a cui non si può resistere.  “L’ispirazione me l’ha data un mio cugino che –dice il fornaio di via Gallipoli- telefonandomi da Roma, mi decantava la bontà del primo piatto che stava mangiando a dispetto del nome con il quale è conosciuto ed indicato soprattutto nel Lazio e in Campania”. “Alcuni dicono che il nome di questa ricetta derivò, all’inizio del secolo – scrive Arthur Schwartz - dal proprietario di una casa di appuntamenti nei Quartieri Spagnoli, che era solito rifocillare i propri ospiti con questo piatto, sfruttandone la rapidità e facilità di preparazione. Altri fanno riferimento agli indumenti intimi delle ragazze della casa che, per attirare e allettare l’occhio del cliente, indossavano probabilmente biancheria di ogni tipo, di colori vistosi e ricca di promettenti trasparenze. I tanti colori di questo abbigliamento si ritroverebbero nell’omonima salsa: il verde del prezzemolo, il rosso dei pomodori, il viola scuro delle olive, il grigio-verde dei capperi, la tinta granata dei peperoncini.
Altri sostengono che l’origine del nome sia da attribuire alla fantasia di una ragazza di vita Yvette la Francese , che si ispirò alle proprie origini provenzali. Yvette, probabilmente, non era dotata solo di fantasia, ma anche di senso dell’umorismo e di un’ironia alquanto caustica, che forse sfruttò per celebrare, attraverso il nome di questo piatto, la professione più antica del mondo”.
“Devo ancora decidere quale sarà il nome definitivo del mio nuovo pane – afferma strizzando l’occhio Roberto -  lo sussurrerò in un orecchio a chi verrà a trovarmi al forno”. Il mistero continua.

Lunedì, 20 Gennaio, 2014 - 00:06

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