Il maschio è forte? In realtà è il più debole

Il maschio è forte, non piange, non si emoziona e soprattutto non si cura. Stereotipi duri a morire che diventano tabù quando irrompono nella sfera intima e, peggio ancora, nel mondo sconosciuto delle malattie sessualmente trasmissibili. Parlarne, però, è la migliore medicina: perché la conoscenza, e conoscersi, aiuta a vivere meglio. E se fa sorridere stimola anche la riflessione, come nello spot della campagna del Ministero della Salute “Tocchiamoci”, che invita i giovani maschi - ma anche gli adulti - ad utilizzare l’autopalpazione come strumento che può prevenire il tumore al testicolo.
C’era questo e molto altro nella giornata inaugurale del XII Convegno di Medicina che, stamane al Castello Carlo V, ha offerto un interessante prologo con il “dialogo” tra esperti e studenti delle Scuole superiori leccesi, chiamati dal prof. Carlo Foresta (docente di Endocrinologia dell’Università di Padova) a superare, insieme, lo steccato dei pregiudizi e della disinformazione su temi scottanti. Denatalità, riproduzione e patologie andrologiche negli adolescenti, perché “certi problemi” non riguardano solo gli altri, gli adulti: il “maschio in crisi” non ha età, perciò la prevenzione è sempre più fondamentale. Informare e parlare, dunque, coinvolgendo i ragazzi – ha detto Foresta - «è il sogno che abbiamo fatto insieme a Silvana Melli e ci siamo riusciti». Un “sogno” da continuare a casa e a Scuola, per trasformare in quotidianità vissuta le informazioni, non sempre corrette, assorbite attraverso internet.
Grazie alla conduzione frizzante del giornalista Gaetano Gorgoni e agli interventi coinvolgenti degli esperti, rinforzati da immagini, i ragazzi hanno potuto immergersi in questioni che li toccano da vicino: gli equilibri ormonali, il criptorchidismo e il varicocele, i disturbi della sessualità, i comportamenti sessuali a rischio, l’uso pericoloso di sostanze stupefacenti, il papilloma Virus che colpisce anche i maschi.
«Dobbiamo dire ai ragazzi come stanno le cose, quali sono i problemi e ascoltare le loro proposte, affinché siano protagonisti del cambiamento», ha rimarcato il Direttore Generale Asl Lecce, Silvana Melli, forte dei suoi ventennali trascorsi tra distretti e consultori: «Siamo passati dallo spazio giovani al consultorio degli adolescenti gestito direttamente dai giovani. Ma questo non basta, perché servono specialisti, come l’andrologo e il sessuologo, ed è importante che le Regioni abbiano indicazioni chiare dal Ministero della Salute su questo versante, affinché anche queste figure professionali rientrino nell’ambito dei consultori come imprescindibili per garantire i livelli essenziali di assistenza. E come Asl dobbiamo rinforzare il passaggio legato all’adolescenza, quando si lascia il pediatra per andare dal medico di medicina generale, esattamente come previsto dal Quaderno della Salute n° 28 del Ministero della Salute».
Un percorso lungo e complesso, giacché oggi, tra i giovani maschi italiani, meno del 5% si sottopone ad una visita andrologica prima dei venti anni: quando, probabilmente, è già troppo tardi per evitare disturbi e patologie. Ma c’è anche una “battaglia culturale” da affrontare, ha avvertito Foresta: «Lo stereotipo del maschio forte, duro e che non deve mai lamentarsi, ha soldi e potere, va superato. La società non ci aiuta, perché chiede anche ai giovani di essere ciò che non sono, dobbiamo accettare il ridimensionamento di questa immagine per vivere meglio ed essere, semplicemente, non uomini o donne, ma il genere umano». Anche perché, in fondo, «la verità è che l’uomo è debole, si suicida molto di più, il 40 per cento degli uomini che compiono femminicidi poi si suicidano. L’uomo non sa perdere, non si cura, ma per questo vive cinque anni meno di una donna». Del resto, non esistendo più lo screening della visita di leva, anche le famiglie dovrebbero prestare più attenzione verso le patologie connesse alla sfera sessuale, sottoponendo i maschi a visite e check-up già in età adolescenziale, esattamente come accade per le femmine.
Soluzioni? Quelle dettate dal dott. Garolla, dell’équipe della Fondazione “Foresta”: fare informazione su patologie e prevenzione e acquisire informazioni dirette dai giovani su sesso, malattie sessualmente trasmissibili e metodi contraccettivi. Con l’aiuto del Ministero – ha aggiunto la dott.ssa Terenzi -  che ha messo «la salute sessuale al centro di un vero progetto di salute». Ma anche delle istituzioni, come hanno assicurato l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Lecce, Patrizia Guida, il primo cittadino Carlo Salvemini e il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale della provincia di Lecce, Vincenzo Nicolì.
Senza dimenticare i consigli degli esperti. Daniele Gianfrilli, ricercatore dell’Università “La Sapienza” di Roma, ha messo in guardia i ragazzi dalle infezioni sessualmente trasmesse: «Sono malattie che ci riguardano quotidianamente, sono tantissime e sono diffusissime in tutto il mondo. L’HIV, il papilloma virus e più di 30 infezioni, di origine batterica, virale o trasportate da piccoli parassiti. Si contano 500 milioni di infezioni l’anno, un terzo riguardano ragazzi e ragazze sotto i 25 anni. Il problema non è di altri, degli adulti, ma riguarda i giovani». 
Luca Flesia, psicoterapeuta, ha invece esortato a percorrere «strade nuove rispetto a un certo immaginario maschile entrato in crisi» e ad interrogarsi «sulle nuove forme e declinazioni dell’essere maschile». Occasione colta al volo dal prof. Foresta per costruire un percorso culturale, in accordo con la scuola e con il ministero. E per lanciare ai ragazzi il messaggio da portar via con sé, magari condividendolo in famiglia: «Fate tesoro di quello che vi abbiamo detto».

 

Sabato, 2 Dicembre, 2017 - 00:05