Il giro del mondo (antico) in 12 mappe
Martedì 22 marzo 2016 alle ore 17 è in programma l’ultimo appuntamento del ciclo “Il Passato per il Futuro”, incontri su “le nuove frontiere dell’Archeologia” con i docenti dell’Università del Salento presso il MUSA - Museo Storico-Archeologico (via di Valesio, Lecce). Assieme a Flavia Frisone si viaggerà nel mondo antico utilizzando le prime rappresentazioni geografiche giunte dall’antichità; con Claudio Giardino e Tiziana Zappatore si potrà conoscere un aspetto della tradizione culturale salentina legato alla pratica della pesca oggi dimenticato.
L’iniziativa punta a divulgare le più recenti ricerche in storia antica e archeologia condotte dall’Ateneo salentino, caratterizzate da una forte interazione fra saperi e competenze di ambito umanistico e tecnico-scientifico. Le conferenze, aperte al pubblico e agli studenti della scuola secondaria di secondo grado, sono a ingresso libero fino a esaurimento posti; è quindi consigliata la prenotazione al numero 0832 294253 o scrivendo a infomusa@unisalento.it.
I temi delle relazioni
Flavia Frisone, Il giro del mondo (antico) in 12 mappe
Definire e rappresentare il mondo per immagini è un’attitudine antica quanto le più antiche società umane. Se i Greci, inventori della “geografia”, sono i primi nella tradizione occidentale ad aver concepito il progetto di rendere il mondo intelligibile mediante la rappresentazione grafica, molte civiltà hanno percorso questa strada per dare corpo alla propria idea dell’universo e, soprattutto, del loro posto in esso. Per questo il percorso attraverso i pochi esemplari originali di immagini del mondo che ci giungono dall’antichità (e anche delle molte riproduzioni che se ne sono fatte) è un percorso affascinante nell’anima di ogni cultura antica e delle sue più profonde ragioni.
Claudio Giardino, Tiziana Zappatore, Pesca e pescatori salentini fra archeologia e presente
Il Salento, affacciato su due mari, l’Adriatico e lo Ionio, è stato terra di pescatori sin dalla preistoria. Ciò nonostante, l’attuale società salentina – come gran parte di quelle contemporanee – è afflitta da una progressiva perdita della memoria del proprio passato, per cui i saperi legati alla pesca vengono progressivamente dimenticati. Gesti e tecniche lavorative che ancora sino alla metà del secolo scorso erano parte viva della tradizione culturale sono infatti ora spesso scomparsi. Oggetti che erano un tempo di uso quotidiano, quando sono stati conservati, sono stati trasformati in reperti museali. Questo rende oggi sempre più difficile interpretare funzionalmente i manufatti del passato che vengono rinvenuti nel corso degli scavi archeologici. Verranno illustrate le tecniche per la fabbricazione e la riparazione delle reti da pesca, strumenti diffusi sin dall’antichità nella nostra terra, mostrando strumenti e attrezzi sia antichi che del secolo scorso, il cui uso sarà spiegato grazie a filmati realizzati intervistando vecchi pescatori salentini.
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