Il gioco d'azzardo fra gli anziani, una ricerca che preoccupa
Anziani a rischio di gioco d’azzardo, anche problematico. Fra ‘gratta e vinci’, lotterie istantanee e superenalotto, si giocano la pensione con la speranza, quasi sempre disattesa, di una vincita che consenta loro di migliorare le condizioni di vita. Nella provincia di Bergamo sono circa 77mila, pari al 42% della popolazione provinciale coetanea, ad averlo fatto nel corso dell’ultimo anno. I dati emergono da uno studio su ‘Gioco d’azzardo e stili di vita nella popolazione di 65-84 anni della provincia di Bergamo’, condotto dalla Sezione di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr), su incarico della Asl - Dipartimento dipendenze e osservatorio dipendenze della città lombarda.
“La ricerca, la prima in Italia rivolta a questa specifica fascia di popolazione, è stata progettata per conoscere l’entità della diffusione e le caratteristiche del comportamento di gioco in una fascia di popolazione particolarmente ‘fragile’”, spiega Sabrina Molinaro dell’Ifc-Cnr. Si tratta infatti di persone che hanno perso il ruolo sociale tradizionale con il conseguente rischio di solitudine, hanno maggiore disponibilità di tempo e di risparmi, ma sono anche più esposte a non potersi più riscattare dalla condizione di povertà, non essendo inseriti nel mondo del lavoro, e quindi tornano a giocare nel tentativo di rivincere/recuperare i soldi persi (il tipico comportamento di rincorsa, di ‘chasing’).
“Il nostro obiettivo è disporre di basi scientifiche per definire azioni mirate alla protezione o riduzione dei rischi associati a questo comportamento”, sottolinea Molinaro. “Lo studio, condotto nel luglio-dicembre 2014, ha coinvolto un campione di 2.100 persone residenti delle quali ha aderito il 51%, un risultato positivo dovuto anche alla campagna di sensibilizzazione attuata in tutta la provincia”.
In provincia di Bergamo sono circa 77.000 i 65-84enni che hanno giocato d’azzardo nel corso dell’ultimo anno, pari a circa il 42% dei coetanei della provincia, un valore percentuale che diminuisce con l’avanzare dell’età: tra i giocatori si passa dal 48% rilevato tra i 65-69enni al 10% degli over 80, senza particolari differenze di genere. Il 49% dell’intera popolazione ha giocato a soldi almeno una volta nella vita, mentre il 18% nell’ultimo mese. I giochi praticati sono quelli ‘passivi’ e a bassa soglia di accesso: ‘gratta & vinci’ (69,8% dei giocatori) che, oltre ad essere facilmente accessibili-acquistabili in luoghi ed esercizi pubblici, rispondono con la loro ampia gamma di prezzi alle diverse disponibilità economiche delle persone; il tradizionale gioco del lotto-superenalotto (44%), cui fanno seguito i diversi tipi di lotterie istantanee (19%) e il bingo (11%); l’8% circa scommette giocando a carte.
L’indagine ha evidenziato che per quasi il 41% della popolazione 65-80enne della provincia di Bergamo il gioco d’azzardo praticato è di tipo ‘sociale’, cioè esente da comportamento a rischio o problematico valutato in base al test ‘Canadian Problem Gambling Index (Cpgi), comportamento quest’ultimo che coinvolge l’8% della popolazione studiata (circa 16.000 persone), cioè il 17,7% dei giocatori.
Sono i bar/tabacchi i luoghi maggiormente frequentati per giocare d’azzardo (77% dei giocatori), seguiti da abitazioni private proprie o di amici (11%) e circoli ricreativi (8%). Tra gli over 80 e tra le donne sono questi ultimi, subito dopo le ricevitorie, i luoghi più frequentati. Tra i più anziani, a differenza dei giocatori di età inferiore, sono invece pochi a frequentare le sale scommesse o Bingo. “Non si riscontrano però rilevanti differenze di genere e di età, mentre incidono stato civile e percezione del proprio stato di salute”, conclude Molinaro. “L’essere celibi/nubili, vedovi o separati comporta una maggiore probabilità di diventare giocatori a rischio o problematici, così come soffrire di depressione, ansia o disturbi di natura nervosa. I giocatori coniugati, in buona salute, in una condizione di vitalità, benessere e positività, hanno minori probabilità di cadere nel gambling patologico”.
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