Il copertone non c'è più. La teoria delle finestre rotte

Il rifiuto è stato regolarmente prelevato e smaltito

Alle ore 13:20 di oggi non c'era più. Il copertone che per giorni è rimasto abbandonato davanti all'ingresso dell'Istituto d'Arte di Galatina, a quanto abbiamo potuto accertare, è stato rimosso in mattinata. A prelevarlo sembra sia stato qualcuno che ha ricevuto l'incarico da un funzionario responsabile della "macchina comunale". "Siamo galatinesi e amiamo la nostra città. Non è accettabile che in pieno centro sia una così brutta immagine di noi ai tanti ragazzi che ogni mattina vanno in quella scuola e provengono da tutto il Salento". Più o meno è stato questo il discorso che quel funzionario ha fatto a chi ha preso e smaltito regolarmente quel pneumatico usato.
Quello stesso funzionario che ha chiesto ed ottenuto la rimozione del copertone ha spiegato a galatina.it che si è mosso sulla base della "teoria delle finestre rotte".

Su wikipedia alla voce "Teoria delle finestre rotte" si può leggere: "Con l'espressione teoria delle finestre rotte si indica quella particolare forma di gestione del territorio secondo cui non vengono tollerate le piccole trasgressioni che, se trascurate (e non corrette e/o sanzionate subito), potrebbero generare fenomeni di emulazione.
La teoria proviene dall'esempio - appunto - della finestra rotta: se in un quartiere un teppista spacca una finestra, e nessuno la aggiusta, è molto probabile che ben presto qualcun altro faccia lo stesso se non peggio, dando così inizio ad una spirale distruttiva.[1]
Ovviamente la teoria se applicata "al contrario" si associa al concetto del "dare il buon esempio". Le persone tendono ad adeguarsi, avvicinarsi, preferire situazioni, persone o luoghi a loro stessi affini e se impossibilitati a scegliere tendono a cambiare per uniformarsi. Per cui creare un ambiente di un certo tipo: con finestre rotte, per esempio, porta la comunità attigua a distruggere, un ambiente invece ben curato porta la comunità (anche quella non naturalmente "curata") a curare l'ambiente che la circonda. Estendendo il concetto ai comportamenti: una persona aggressiva porterà i "vicini" ad essere aggressivi, una costruttiva stimolerà gli altri ad esserlo altrettanto e così via.
Nel 2007 e nel 2008 Kees Keizer e i colleghi della Università di Groningen hanno condotto una serie di esperimenti controllati per determinare se l'effetto del disordine esistente (come la presenza di rifiuti o graffiti) avesse aumentato l'incidenza di criminalità aggiuntive come il furto, il degrado o altri comportamenti antisociali. Hanno scelto diversi luoghi urbani successivamente trasformati in due modi diversi ed in tempi diversi. Nella prima fase "il controllo", il luogo è stato mantenuto ordinato, libero da graffiti, finestre rotte, ecc. Nella seconda fase "l'esperimento", esattamente lo stesso ambiente è stato trasformato in modo da farlo sembrare di proposito in preda all'incuria e carente di alcun tipo di controllo: sono state rotte le finestre degli edifici, le pareti sono state imbrattate con graffiti ed è stata accumulata sporcizia. I ricercatori hanno poi segretamente controllato i vari luoghi urbani osservando se le persone si comportavano in modo diverso quando l'ambiente era stato appositamente reso disordinato. I risultati dello studio hanno sostenuto la teoria. La loro conclusione, pubblicata sulla rivista Science, è che:[2][3]

Un esempio di disordine, quale i graffiti o i rifiuti, può indubbiamente incoraggiarne altri, come ad esempio il furto."

Sabato, 23 Febbraio, 2013 - 14:20