Il conto corrente? 'Europeo' ma non gratuito

Dopo la patente di guida europea e le certificazioni europee, la Commissione allarga il cerchio dei servizi ai cui si intende dare una omogenea connotazione in tutti gli Stati membri: il conto corrente europeo. Per come è stato immaginato sarebbe in realtà più corretto parlare di “conto corrente di base” andando ad indicare un prodotto bancario messo a disposizione dei cittadini, che include al suo interno un set minimo di servizi. L’obiettivo è quello di dare a tutti i cittadini europei un servizio di pagamento e di ricezione del denaro che ne faciliti gli scambi e l’operatività finanziaria, in linea con quanto previsto dall’articolo 114 del Trattato Europeo. Un obiettivo sfidante se si pensa che dei 500 milioni di abitanti totali della zona UE quasi 58 milioni ad oggi sono ancora privi di un conto corrente; praticamente un cittadino ogni 10.

Le caratteristiche del conto corrente Europeo

Come anticipato questo conto corrente europeo di base deve prevedere al suo interno un insieme di funzionalità minime che comunque siano in grado di garantire l’operatività del possedente. In particolare l’indicazione data dalla Commissione Europea è quella di andare a coprire almeno l’80% dei servizi ad oggi maggiormente utilizzati dai conti correnti attivi nei vari Stati membri, con un minimo di 20 funzionalità circa. Stando a questa regola dovrebbero essere inclusi nel conto corrente europeo di base servizi come la possibilità di ricevere ed inviare bonifici tramite il conto, i prelievi da sportello e da bancomat, i versamenti in contante ed anche l’opportunità di trasferire parte o il totale delle cifre depositate verso i fondi di investimento.

I costi

Ovviamente tutti questi servizi hanno un costo, e noi italiani lo sappiamo bene. Su come questi costi debbano essere gestiti e ripartiti la Commissione Europea non è stata molto chiara. La decisione è stata “di fatto” lasciata ai singoli Stati membri. Nella formulazione iniziale del testo la proposta era quella di fornire questo speciale conto corrente a costo zero. Tuttavia, di fronte alla freddezza di diversi governi, la regolamentazione è stata ammorbidita parlando di “costi minimi” senza però indicare quella che dovrebbe essere la soglia massima di questi costi minimi. Proiettandoci in particolare sulla situazione italiana, le nostre banche hanno già fatto sapere di non essere in grado di fornire conti correnti gratuiti e che anche i costi non potranno essere tenuti al di sotto di un certo limite a causa dell’alta tassazione vigente nel nostro Paese. Per ora dunque un nulla di fatto; non resta quindi che aspettare il 2014 quando la regolamentazione entrerà in vigore in tutti gli Stati per capire quali saranno le offerte proposte dalle banche nostrane.

Venerdì, 5 Luglio, 2013 - 00:03