Il barbiere parlamentare e l'infermiere del 118 di Galatina

Cara Redazione di galatina.it, guardando il programma Ballarò mi sono indignato e mi sono chiesto cosa farà mai un barbiere di tanto pericoloso in Parlamento da guadagnare in un anno quello che io, infermiere del 118,  guadagno in quattro anni.

Caro Piero, è risaputo che gli uomini dal barbiere e le donne dal parrucchiere si lasciano andare alle confidenze più intime e compromettenti, quindi i barbieri del parlamento non sono dei semplici tosatori di capelli (e peli), ma sono custodi di verità incredibili e destabilizzanti per la nostra nazione. La loro retribuzione, effettivamente così ingente e, forse, spropositata è, probabilmente, giustificata dal fatto che bisogna assicurarsi che tengano la bocca chiusa.
Immaginati la scena, così per scherzo, di qualche mese fa. Matteo Renzi si mette sulla sedia e dice: Anselmo, fammi la barba e dammi una spuntatina ai capelli, e fai veloce che devo andare a dare 80 euro a tutti che se no non mi votano alle Europee.
Ecco, se quel barbiere avesse guadagnato mille euro al mese, vivendo a Roma gli sarebbero bastate giusto per tagliarsi le unghie e poco più, quindi probabilmente avrebbe registrato tutto e l'avrebbe venduto a qualche giornalista per integrare le entrate. Invece, guadagnando 4000 euro al mese, avrà fatto sua la dottrina del più grande filosofo italiano contemporaneo.
No Piero, non pensare ad Umberto Eco, nè tantomeno ad Emanuele Severino. Il filosofo vive il suo tempo e formula concetti concreti, quindi il più grande pensatore italiano contemporaneo è Antonio Razzi, che magari non scriverà libri (per il momento), ma con un unico aforisma ha racchiuso tutto ciò che pare serva adesso: amico, fatti li cazzi toi.
E tra l'altro ha sempre i baffi perfettamente tagliati e modellati. Cari saluti. (Luca Valente)

Giovedì, 9 Ottobre, 2014 - 00:05