I veleni di via Cavoti
Egr. Direttore, tempo addietro con il suo giornale si è interessato del degrado del centro storico di Galatina e noi residenti pensavamo che qualcosa i nostri amministratori, leggendo l'articolo, avrebbero fatto. Non è successo niente anzi la situazione è peggiorata e peggiorerà sempre di più lasciando spazio a chiunque di fare i propri comodi senza nessun limite di sorta in barba alle
leggi che ci sono e non vengono applicate. Non vado oltre e lascio a Lei ogni considerazione. La saluto.
Gentile Franco, la Sua lettera giunge a conferma di quanto nel tardo pomeriggio di domenica, ho potuto osservare in via Mory e in via Chiura. L'occasione di una passeggiata offerta dalla interessante mostra 'Limiti e confini', ospitata nel Palazzo Di Lorenzo, si è trasformata in un accumulo di indignazione nel vedere lo stato in cui viene lasciata quella zona adiacente al cuore della città.
La rabbia è cresciuta attraversando via Cavoti ed entrando in piazza San Pietro. Un fiume ininterrotto di auto passava accanto a dei salottini in vimini posti sul basolato ed occupati da giovani che, sorseggiando una bibita, si inebriavano con i veleni emessi in profusione da marmitte maleodoranti. Ma in quale sperduto borgo si consentirebbe uno sconcio di questo genere?
"In un mio piano traffico -mi ha detto Carlo Gervasi- via Cavoti doveva diventare zona pedonale totalmente chiusa al passaggio dei veicoli".
Fa impressione l'assurdo carosello delle auto che entrano in piazza San Pietro, fanno un giro davanti alla Chiesa Madre per poi o fermarsi in doppia fila davanti ad un bar o proseguire per piazza Alighieri, imboccare sempre via Cavoti per tornare di nuovo in piazza in un girotondo continuo.
Quando finirà tutto questo? "Le chiacchiere stanno a zero"-dicono a Roma. Quando, almeno sul centro storico, a Galatina si vedranno i fatti? A guardare bene, anche San Giuseppe, sulla facciata della Chiesa Madre, sembra non farcella più.
Ricambio i suoi saluti. (d.v.)
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