I socialisti lo attaccano e Montagna respinge ogni accusa
Continua senza tregua la ‘guerra di parole’ dei socialisti galatinesi contro l’amministrazione in carica. Fra i bersagli preferiti del “terzo partito cittadino” c’è sempre Roberta Forte. Nell’ultimo comunicato del 10 marzo però a finire nel mirino dei cecchini della ‘rosa circondata di stelle’ è anche il Sindaco Cosimo Montagna. A lui abbiamo chiesto di ‘difendersi’ dalle accuse (le risposte del Primo Cittadino sono in corsivo).
“(…) Se il Vicesindaco ha ottenuto la sua poltrona –si legge nel comunicato socialista- lo deve unicamente all’accordo politico (che finge di ignorare) stretto al ballottaggio tra il Partito Socialista e Cosimo Montagna. Un accordo politico che il Sindaco non sta rispettando”.
“Ribadisco quanto già detto decine di volte: durante la campagna elettorale –è la risposta di Montagna- ho ascoltato tutte le forze politiche (come da candidato sindaco era mio dovere fare) al fine di conoscere i vari punti di vista sullo sviluppo della città, e senza che ciò potesse costituire un accordo gestionale”.
“Il Partito Socialista ha semplicemente chiesto all’allora candidato sindaco Montagna di impegnarsi sulla prosecuzione degli iter di importantissime questioni urbanistiche avviati dalla precedente amministrazione, propedeutiche ad uno sviluppo reale e funzionale del nostro paese: D3, D7, area mercatale e ultima arrivata la rigenerazione urbana”.
“Il progetto della D7, noto come insediamento del parco commerciale in località Cascioni, non è andato a buon fine nella finestra del I novembre per le carenze di progettualità del proponente; in tale progetto non era, infatti, chiara la ricaduta di pubblica utilità per la città. Abbiamo successivamente, come è noto a tutti, dettato i pilastri su cui poter realizzare la convenzione, avendo espresso contemporaneamente interesse per l’iniziativa”.
Per quello che sta accadendo sull’area mercatale -incalzano i socialisti- non bastano poche righe a spiegarne i contenuti, e sarà oggetto di approfondita analisi e di denuncia pubblica e non soltanto pubblica. Ora, però, spieghi Montagna perché non rispetta gli accordi politici e perché questi strumenti urbanistici, fondamentali per lo sviluppo di una città ormai al collasso, sono chiusi nei cassetti, insieme al nuovo Piano Commerciale anch’esso voluto fortemente dal Psi e non portato all’approvazione.
“L’Area mercatale è all’attenzione di tutte le forze politiche anche in rapporto alla valutazione tecnica del nuovo trasferimento, in vigore dal 14 di questo mese, presso il Quartiere Fieristico.
“Il paradosso è che l’intera Città è sotto scacco di una forza politica marginale (Rifondazione Comunista) –sottolinenano gli attaccanti- interessata solo, forse, a salvaguardare la centralità di Corso Porta Luce. Ma il Pd e il centrosinistra non possono dimenticare che solo questa alleanza, stretta con un patto politico tra gentiluomini, benedetta e favorita dai vertici provinciali del Pd, ha permesso a questa amministrazione di andare al governo della città e non certamente per il contributo minimo di Rifondazione Comunista e, di questo, la Forte, le piaccia o no, deve farsene una ragione”.
“Ho più volte ripetuto –è la conclusione del Sindaco- di non essere né io, né la mia maggioranza, prigionieri né carcerieri di nessuno. E’ una maggioranza politica dove si ha diritto ad esprimere opinioni diverse, senza che questo significhi diritto di veto.
Non ci interessa appuntarci medaglie sul petto: di fatto il progetto PIRU si era classificato al ventottesimo posto su trentatre. Era nostro dovere intervenire per sollecitare le forze politiche regionali a reperire le risorse necessarie che avrebbero consentito il suo ripescaggio nella graduatoria. Se poi sono stati ripescati tutti tanto meglio. Questo nell’interesse generale della città”.
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