I salentini non dimenticano
Ieri nell’ex monastero di Santa Chiara, diventato Museo storico della Città di Lecce, in occasione della manifestazione dedicata al “Giorno della Memoria” organizzata dalla Prefettura, dal Comune di Lecce e dall’Università del Salento, gli studenti degli istituti scolastici del capoluogo e della provincia hanno ricordato lo sterminio del popolo ebreo e gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia e il lavoro coatto, insieme ai rappresentanti delle istituzioni civili e militari, accompagnati dall’artista Carla Guido e dai docenti dell’Università del Salento, Furio Aharon Biagini e Giuliana Iurlano.
Nel corso della mattina sono stati letti i brani del libro di Zusak Markus “Storia di una ladra di libri” con gli studenti delle medie e, successivamente, è stata introdotta la mostra fotografica, drammatica e coinvolgente, della vita quotidiana nel ghetto di Varsavia illustrata dai docenti agli studenti degli istituti superiori, insieme alle fasi e ragioni storico culturali della costruzione dell’antisemitismo.
Nell’intervento introduttivo, il Prefetto della provincia di Lecce Giuliana Perrotta ha ricordato ai cittadini l’impegno delle istituzioni e delle associazioni sul fronte dell’educazione e della diffusione della cultura della legalità tra i giovani al fine di trasmettere, attraverso la Storia, i valori di identità nazionale, di democrazia, di tolleranza e di rispetto per l’altro.
Le attività realizzate dal Comitato per la valorizzazione della Cultura della Repubblica, insieme ai documenti ed agli elaborati dei ragazzi, anche in questa ricorrenza verranno messi a disposizione di tutti sullo spazio multimediale di CLIOEDU, per alimentare le occasioni di confronto e discussione.
Il Prefetto ha, inoltre, ricordato che in questa giornata l’intenzione del legislatore che l’ha istituita con la legge 211 del 2000, è quella di includere, come in un abbraccio della memoria, non solo lo sterminio degli ebrei, ma quello dei perseguitati politici, dei rom, degli omosessuali, anch’essi vittime di persecuzioni e di stermini e dei militari italiani che non vollero combattere a fianco dei nazisti.
È stata quindi consegnata una medaglia d’onore, conferita dal Presidente della Repubblica, ai figli del signor Raffaele Parente, ora scomparso, militare deportato in Germania dal ’43 al ’45.
La testimonianza del signor Parente, figlio del militare insignito, pur con gli inevitabili limiti di un racconto paterno volutamente sfocato e teso a dimenticare, è stata preziosa perché viene dal ricordo della viva voce di un testimone che ha sofferto la drammatica condizione della deportazione su un carro bestiame e del lavoro coatto in miniera.
Coltivare la “Memoria” dell’orrore nazista e delle atrocità dell’ultimo conflitto mondiale, per non dimenticare le infinite ragioni di condanna della guerra e di ogni forma di violenza contro l’umanità, ha concluso il Prefetto, è appunto l’obiettivo fondamentale che si intende perseguire con le manifestazioni che ogni anno si susseguono in questa giornata.
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