"I ragazzi imparano con l'esempio"

Benedetto XVI: "Le istituzioni non possono durare ed operare senza comuni convinzioni morali"

Il 2 maggio 2019 l'Assemblea della Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità il testo unificato delle proposte di legge A.C. 682 e abb., che prevede l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione. Il testo è ora all'esame del Senato. A partire da settembre prossimo gli studenti italiani, per un’ora alla settimana, dovranno occuparsi di Costituzione italiana; istituzioni nazionali, Unione europea e organismi internazionali; storia della bandiera e dell'inno nazionale; Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; educazione alla cittadinanza digitale (…), elementi fondamentali di diritto.
“Non è certo inserendo nell'orario scolastico l'ennesima materia con voto in pagella che possiamo formare il senso civico dei giovani" -si legge nella lettera di un’insegnate a Concita De Gregorio su Repubblica. "I ragazzi imparano con l'esempio. Quando parliamo, leggiamo e ragioniamo con loro; quando li ascoltiamo senza insofferenza e pregiudizi; quando li mettiamo a contatto con ciò che di bello e diverso c'è nel mondo e nella cultura; quando cerchiamo di rendere vivibili gli spazi fatiscenti in cui le istituzioni pretendono di formare i cittadini; quando raccogliamo le cartacce e tappiamo i buchi nei muri;(…)”.
“In effetti le istituzioni non possono durare ed operare senza comuni convinzioni morali, ma queste non possono nascere dalla ragione puramente empirica”. Joseph Ratzinger pronunciò queste parole, il 7 novembre 1992 a Parigi, in occasione della sua ammissione come membro associato straniero nell’Accademia delle Scienze morali e politiche dell’Institut de France. “Anche le decisioni della maggioranza -aggiunse- rimarranno veramente umane e ragionevoli solo se presupporranno un patrimonio fondamentale di umanità e lo rispetteranno come il vero patrimonio comune, il presupposto di tutti gli altri. Separarsi dalle grandi forze morali e religiose della propria storia è il suicidio di una civiltà e di una nazione. Curare le essenziali idee morali, salvaguardarle e difenderle come patrimonio comune, ma senza imporle con la forza, mi pare una condizione necessaria per la sussistenza della libertà contro tutti i nichilismi e le loro conseguenze totalitarie”.
Nel momento politico che stiamo vivendo in Italia ed in Europa riflettere su questi insegnamenti di Benedetto XVI può aiutare a compiere scelte consapevoli.

(Per gentile concessione di in Dialogo, mensile della Parrocchia San Sebastiano di Galatina, Maggio 2019)

Giovedì, 23 Maggio, 2019 - 00:08

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