I primi passi della ciclovia dell'Acquedotto

Si muovono in Basilicata i primi passi per la realizzazione della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, la prima ciclovia turistica del Sud, una via verde che per oltre 500 chilometri percorre le opere del più grande acquedotto d’Europa dalle sorgenti a Caposele in Irpinia fino a Santa Maria di Leuca in Salento, passando per il Vulture, l’Alta Murgia, la Valle d’Itria e l’Arneo. A sottolineare l’avvio dell’iter dell’opera è il Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, a cui aderiscono oltre 80 associazioni di Basilicata, Campania e Puglia.
Nei giorni scorsi, la Basilicata ha approvato il piano economico per la Ciclovia dell’Acquedotto, con una delibera della giunta proposta dall’assessore al ramo Nicola Benedetto pubblicata sul Bollettino Ufficiale del 17 novembre 2016, assumendo il ruolo di soggetto attuatore a livello regionale. Tale atto fa seguito all’impegno assunto con la sottoscrizione il 27 luglio scorso da parte delle tre Regioni Basilicata, Puglia e Campania di un protocollo d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e i Trasporti e con il Ministero al Turismo e ai Beni Culturali per la progettazione e realizzazione del percorso, inserito dal Governo nella legge di stabilità 2016 insieme al Grab di Roma, alla Venezia-Torino e alla Ciclovia del Sole Verona-Firenze, fra i primi quattro progetti della futura rete nazionale delle ciclovie turistiche.
Il Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese plaude all’iniziativa della Regione Basilicata, che ha convocato in settembre una riunione con i Comuni interessati dall’itinerario: Rapone, Ruvo del Monte, Atella, San Fele, Rionero in Vulture, Ginestra, Ripacandida, Venosa e Palazzo San Gervasio. Tale riunione, di fatto, ha seguito un incontro tenutosi il 13 settembre, durante il quale il Coordinamento dal Basso ha condiviso con il dirigente Ing. Donato Arcieri i risultati dei sopralluoghi svolti nei mesi precedenti con l’associazione FIAB Potenza CiclOstile, con i tecnici dell’Acquedotto Pugliese e durante le due edizioni della “Cicloesplorazione” organizzate dal coordinamento nel 2015 e nel 2016.
Secondo Giuseppe Dimunno, coordinatore Fiab di Basilicata e Puglia e referente per i rapporti con le istituzioni del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto, “il fatto che la Regione Basilicata faccia proprio l’itinerario da noi individuato è un importante risultato dell’attività del coordinamento e della credibilità guadagnata sul campo”. Dimunno spiega che ad oggi, lo studio di fattibilità redatto in passato dalla Regione Puglia, che va da Venosa e Palazzo San Gervasio, già al confine con la Puglia, fino a Villa Castelli e al serbatoio di San Paolo in agro di Salice Salentino, rappresenta la metà dell’intero percorso.
“L’individuazione della traccia in gran parte della Basilicata, della Campania e nel Salento”, sottolinea Dimunno, “si deve all’opera del Coordinamento dal Basso, che sta definendo il percorso in modo partecipato, grazie al coinvolgimento attivo delle comunità locali, e in stretta aderenza agli standard di ciclabilità Bicitalia ed EuroVelo”.
Non si tratta di mere questioni tecniche, spiega il Coordinamento, poiché la caratteristica peculiare di questa ciclovia è di essere prima di tutto un “itinerario narrativo” che unisce territori diversi, paesaggi e culture, in un legame indissolubile di solidarietà nel segno dell’acqua e dello sviluppo sostenibile fondato sul turismo e sulla valorizzazione dei retaggi culturali.
“Il tratto che attraversa il Bosco di Bucito con i maestosi ponti canale dell’Acquedotto tra Ruvo del Monte e Atella”, sottolinea Cosimo Chiffi, portavoce del coordinamento dal basso, “è senza dubbio uno dei più suggestivi dell’intero itinerario. Proprio lì una stele d’epoca ricorda l’operaio di Palazzo San Gervasio Giuseppe Lopomo, tra i tanti che perirono durante i lavori di costruzione della condotta. Ricordarlo è un modo concreto per valorizzare tanto i sentieri e i territori quanto le storie legate al passaggio dell’acquedotto in Basilicata”.
“Fondamentale è continuare a fare rete tra associazioni, operatori turistici e amministratori locali per inaugurare il prima possibile la ciclovia”, conclude Chiffi, “rispettando il cronoprogramma del Ministero delle Infrastrutture che prevede di consegnare l’opera in tre anni. Non ci resta, dunque, che augurare buon lavoro all’assessorato alle infrastrutture e alla mobilità della Regione Basilicata, al quale non faremo mancare il nostro supporto, augurandoci che anche Campania e Puglia si muovano nella stessa direzione”.

 

Mercoledì, 23 Novembre, 2016 - 00:07

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