Per i nazisti fu un numero, l'Italia gli ha reso onore

Consegnate ai figli, a Palazzo Orsini, le onoreficenze postume spettanti all'artigliere galatinese Luigi Serra

259627. Dalla fine del 1943 fino al 13 aprile 1945 Luigi Serra non ebbe più un nome ma diventò un numero. Fu prigioniero dei nazisti nel campo di concentramento di Furstenberg (lo ricorda nel suo libro il nipote Mimmo Martina).  Il 5 aprile scorso l’Esercito Italiano ed il Comune di Galatina gli hanno reso un doveroso omaggio postumo, nella Sala Consiliare di Palazzo Orsini, con la consegna, ai figli Antonio, Stella, Sergio e Luce delle onorificenze meritate nel corso del suo servizio militare.
Luigi Serra, di Antonio e Duma Stella –si legge nelle note biografiche ufficiali diffuse dal Cedoc (Centro Documentale) di Lecce- nasce a Galatina il 31 gennaio 1913. Alla prima visita fu dichiarato rivedibile nonostante fosse molto robusto ed alto (1,74 m). Si dichiarò giardiniere ed aveva il diploma di terza elementare. Soldato di leva della classe 1913, rispose alle armi della classe 1915. Chiamato alle armi in data 5 novembre 1936 si presentò al 14° Reggimento Artiglieria di Bari dove prestò servizio per un anno e quindi il 4 novembre 1937 fu posto in congedo illimitato per fine ferma.
Nell’imminenza dei noti fatti bellici, in data 28.08.1939 fu richiamato alle armi presso il Reggimento cui aveva prestato servizio, il 14° Artiglieria di Bari per un corso di istruzione. Il 19 dicembre 1940 fu destinato presso il distaccamento del suo Reparto in Gioia del Colle. Pochi mesi dopo, nel maggio 1941 (16.05.1941), fu nuovamente trasferito ad un altro reparto, presso il 3° Reggimento Artiglieria di Bologna. In tale sede, nell’agosto del ’42 (23.08.1942) fu assegnato al 155° Reggimento mobilitato in Montenegro.
L’8 settembre del 1943, l’Artigliere Luigi Serra, come una moltitudine dei Soldati d’Italia, fu dichiarato sbandato; in realtà egli fu catturato dai Tedeschi, imprigionato e deportato.
Appare oltremodo significativo, in tale come in altre occasioni, ricordare che i Soldati Italiani deportati dai Tedeschi, erano privati dello Status di Prigioniero di Guerra, secondo quanto previsto dalla convenzione di Vienna: essi cioè potevano essere considerati numeri o bestiame e come tali trattati.
Dai documenti disponibili, si ignora come e perché Luigi Serra, contrariamente a moltissimi altri commilitoni, sia riuscito a sopravvivere: un dato però emerge, in quanto documentato. Egli riesce a liberarsi: fugge dalla Germania, rientra in Italia ed il 12 agosto del 1945, osservante delle regole, si presenta al Distretto Militare di Lecce.
Ad una prima licenza di 60 giorni, concessa con assegni e per il rimpatrio, seguirà, nell’ottobre successivo, il congedo illimitato”.
“Su richiesta della famiglia, in particolare del signor Antonio Serra e dei suoi fratelli, Stella, Luce e Sergio, eredi del Soldato Luigi, il Centro Documentale di Lecce, comandato dal Colonnello Vito Margiotta, ha istruito la pratica per il riconoscimento di quanto a suo tempo non fu richiesto in vita. A conclusione dell’iter amministrativo in data odierna vengono riconosciute: la Croce al merito di Guerra per ciclo operativo; la Croce al Merito di Guerra per internamento in Germania; il distintivo per il periodo bellico 1940-1943 e la medaglia commemorativa per la Campagna di Guerra 40-43; il distintivo per la campagna di Guerra 44-45 e la medaglia commemorativa per la Guerra di Liberazione. E’ stata inoltre richiesta alle competenti Autorità di Vertice, in quanto spettante, la concessione del Diploma d’Onore di Combattente per la Libertà d’Italia”.

I riconoscimenti sono stati consegnati dal Colonnello Vito Margiotta, dal maggiore Cosimo Leuzzi, Capo Sezione Matricola del Centro Documentale di Lecce e da Cosimo Montagna, sindaco di Galatina (nipote per parte della madre Rosaria, sorella del soldato Luigi).

Domenica, 7 Aprile, 2013 - 00:07

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